StraValentino  film e incontro pubblico al Cenacolo San Marco

E se per San Valentino facessimo qualcosa che riguarda san Valentino?

E’ questa la provocazione con cui nasce, nel 2009, StraValentino, una “protesta creativa” contro gli eventi valentiniani ufficiali organizzati dal Comune di Terni. Che niente avevano a che fare con la valorizzazione del patrono di Terni e degli innamorati di tutto il mondo e che di fatto non rappresentavano altro che un budget a cui tutti cercavano di attingere per finanziare iniziative che poco e niente avevano a che fare con la festa e ancor meno con la valorizzazione del Santo.

Per sei anni StraValentino diventa un punto di riferimento per tutti quelli che non si riconoscono negli eventi ufficiali, coinvolgendo centinaia di artisti, associazioni, commercianti, mezzi di comunicazione, ma anche nomi importanti del mondo dello spettacolo, come Alessandro D’Alatri e Marzia Ubaldi, che ne sposano la causa, partecipando gratuitamente agli eventi, e che sono entrambi scomparsi nel 2023.

Oggi il Valentine Fest dell’Istess che ha raccolto, almeno in parte, l’eredità dell’ “AltroFestival”, ne chiama a raccolta i fondatori per ritrovarsi ancora una volta nel nome di San Valentino, ma anche per tracciare un bilancio: per capire cosa è cambiato – se è cambiato qualcosa – e se almeno qualcuna delle istanze di allora è stata raccolta delle amministrazioni che si sono succedute.

Domenica 10 marzo alle 17.30 il Cenacolo San Marco accoglie quindi la proiezione del film StraValentino di Giacomo Moschetti, al quale seguirà un incontro con i promotori di quell’esperienza, in cui si renderà omaggio a D’Alatri e Ubaldi, ma si ascolterà anche la voce di tutti quelli che hanno qualcosa da dire su San Valentino, per rispondere alla fatidica domanda:

Chi ha ucciso San Valentino? Gli antichi romani o i moderni ternani?
La forza di un impero o la debolezza di un Comune?

LE DISAVVENTURE DEGLI EVENTI VALENTINIANI DAL 1989 AL 2024

La storia degli eventi valentiniani inizia nel 1989 con la costituzione – da parte di Comune e Diocesi – della Fondazione San Valentino, presieduta da Antonino Zichichi, con l’obiettivo di coordinare, valorizzare e sviluppare le manifestazioni organizzate a Terni per la festa del patrono, e che lancia anche il Premio “San Valentino – un anno d’amore”.

Nel 2003 la Fondazione viene affiancata dall’associazione Eventi Valentiniani, composta più o meno dagli stessi soci e presieduta dall’assessore Eros Brega. Teoricamente l’associazione non dovrebbe organizzare eventi nel mese di febbraio, ma valorizzare San Valentino durante tutto l’anno; di fatto, però, sostituisce la Fondazione, gestendo il budget (allora molto ricco) messo a disposizione, almeno in parte, di tutta la cittadinanza, attraverso un bando.

Quando nel 2005 Brega viene eletto in Regione, anche la “sua” associazione viene di fatto esautorata dal ruolo. Nel 2006 inizia così una crisi valentiniana che dura ancora oggi.

Da allora non esiste alcun coordinamento degli eventi valentiniani, nessun comitato o sportello pubblico che consenta la partecipazione di tutte le realtà cittadine all’organizzazione delle iniziative, ma anche di trovare maggiori fondi. Non a caso – con il passare degli anni – il budget si assottiglia sempre di più, il modo in cui viene speso diventa sempre più discutibile e il risultato finale sempre più penoso.

Nel 2009 sembra che sia toccato il fondo, quando persino il budget degli eventi religiosi finisce in capo al gruppo che di fatto ha già il monopolio della cultura in città e che del santo patrono non vuole nemmeno sentir parlare, riducendo la festa a cuori e cioccolato.

Siamo ancora ai tempi della giunta Raffaelli, la parola d’ordine è “contemporaneo” (figuriamoci se si può valorizzare qualcosa di antico e atavico come l’amore per il patrono) e il caos in Comune è tale che persino l’assessorato agli eventi valentiniani viene esautorato dalla gestione degli eventi, che finisce nelle mani dell’assessorato alla cultura.

E’ questa la goccia che fra traboccare il vaso: un gruppo di artisti e cittadini capeggiati dall’attore Riccardo Leonelli e dal musicista Emanuele Cordeschi – organizza così la prima edizione di StraValentino, che coinvolge – tra gli altri – il CGS Salesiano, l’Istess e la Fondazione Carit – ma anche artisti come Marzia Ubaldi, che propone un recital al Cenacolo,  Alessandro D’Alatri che presenta Casomai e la cabarettista Annalisa Aglioti con la sua “Moglie Modello”.

La qualità dell’offerta – ma probabilmente anche il malcontento generalizzato e le elezoni imminenti – contribuiscono ad uno straordianario successo del festival, che ospita anche il primo e unico confronto tra tutti i candidati a sindaco di Terni, tra i quali anche Leopoldo Di Girolamo.

Come prevedibile, arrivano anche richieste di candidature agli organizzatori – tutte puntualmente declinate. Proprio perché alieno da qualsiasi strumentalizzazione ideologica e speculazione politica, StraValentino decide di dare fiducia alla nuova giunta Di Girolamo, e l’anno successivo partecipa – come Comitato – agli eventi ufficiali del Comune; nel 2011 si cerca ancora di aiutare l’assessorato guidato da Roberto Fabrini, organizzando (gratuitamente) la rappresentazione al Teatro Secci di Scene da un matrimonio di Bergman con Daniele Pecci e Federica Di Martino.

 

Poi, preso atto che – nonostante le promesse – nulla è cambiato, StraValentino torna nel 2012 ad essere un “contro-festival”, con ancora maggior clamore rispetto alla passata edizione. Questa volta, infatti, alla kermesse aderiscono anche televisioni, quotidiani, e altre manifestazioni, fino a costruire un programma di appuntamenti che è addirittura il doppio rispetto a quello ufficiale del Comune. Non manca la satira, con il sindaco Di Girolamo che accetta di confrontarsi con i cittadini nella serata principale, ma che al tempo stesso – su TeleTerni – si trova parodiato dallo stesso Leonelli.

StraValentino diventa anche un punto di riferimento per tanti artisti che non riescono a trovare un palco dove esibirsi, per questo continua – sotto forma di maratona – fino al 2015.

“Abbiamo chiuso definitivamente – spiega Arnaldo Casali, che con Alban Guillon ha animato tutte e sei le edizioni e in seguito ha dedicato al patrono tre libri – quando ci siamo accorti che una manifestazione di protesta si stava istituzionalizzando al punto che rispondendo alle critiche sugli eventi valentiniani, Di Girolamo citava StraValentino come esempio virtuoso di valorizzazione del Santo”.

Da allora sono passate altre due amministrazioni – quella Latini e ora quella Bandecchi – gli assessorati agli eventi valentiniani e alla cultura hanno smesso di farsi concorrenza, uniti sotto lo stesso assessore (Andrea Giuli – che aveva partecipato più volte come artista a StraValentino – Maurizio Cecconelli, Riccardo Corridore e ora Michela Bordoni) mentre in Diocesi si sono succeduti tre vescovi (Vincenzo Paglia, Giuseppe Piemontese e Francesco Soddu) ed è nato un Comitato scientifico incaricato di selezionare gli eventi da promuovere.

 

L’Istess, da parte sua, ha lanciato un nuovo festival – il Valentine Fest, appunto – e il Premio San Valentino, Simona Zoo ha creato la mascotte “CiccioValentino”, Folco Napolini ha tentato un gemellaggio con Sadali in Sardegna, le case editrici Dalia e Thyrus hanno pubblicato romanzi sul santo patrono e il Comune ha acquistato due dipinti di Giovanni Gasparro e lanciato il drappo ufficiale, mentre il Lions Club ha realizzato tutte le vetrate della Basilica che ne illustrano la vita.

Ma tutto questo è servito a cambiare le cose, e a fare di san Valentino una reale risorsa turistica, spirituale ed economica per la città?

L’incontro di domenica 10 marzo servirà proprio a cercare di rispondere a questa domanda. E per questo tutta la cittadinanza innamorata di San Valentino è chiamata ad intervenire.

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