PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

Mons. Piemontese: “Chiediamo oggi a san Valentino che col suo patrocinio protegga l’umanità, la nostra città, la nostra diocesi dalla pandemia del Coronavirus, così come in passato ha protetto la società da altri flagelli”.

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

Un pellegrinaggio spirituale dei ternani verso la basilica del patrono della città e dell’amore san Valentino, nel tempo del Coronavirus, per chiedere la protezione del santo, perchè con il suo sguardo benigno possa intercedere presso il Signore per liberarci dal male che ci avvolge.

Così, rappresentando l’intera comunità diocesana, il vescovo Giuseppe Piemontese ha celebrato la messa della seconda domenica di Pasqua nella basilica di San Valentino alla presenza del sindaco di Terni Leonardo Latini, del vicario generale della diocesi don Salvatore Ferdinandi, del parroco di San Valentino padre Johnson e della comunità dei frati Carmelitani. Sul sagrato della chiesa ha benedetto la città di Terni e l’intera Diocesi con le reliquie del patrono san Valentino.

 

“Anche noi, come gli apostoli, siamo rinchiusi nelle nostre case a motivo del Coronavirus e siamo assaliti da varie paure

– ha detto il vescovo nell’omelia -.

E’ una sensazione nuova, che può aiutarci a comprendere gli apostoli e a fare l’esperienza del Risorto. Abbiamo sperimentato in queste ultime settimane cosa significhi vivere come comunità dispersa dei discepoli del Signore, impedita di incontrarsi per provare in pienezza la dimensione della Chiesa.

Innanzitutto deve affiorare una maggiore consapevolezza del dono che ci viene fatto quando possiamo incontrarci come comunità cristiana per celebrare i santi misteri.

Troppi cristiani ritengono non necessario se non superfluo partecipare alle assemblee eucaristiche ed ecclesiali di vario genere.

La pandemia che ci intimorisce, ci limita ed è causa di sofferenze, morte e povertà, può costringerci e riscoprire alcuni aspetti della testimonianza cristiana, che abbiamo superficialmente trascurato.

Mi riferisco alla dimensione della famiglia quale chiesa domestica, all’importanza della preghiera personale e familiare,

alla riscoperta e condivisione nella famiglia della Parola di Dio, alla testimonianza della carità nelle varie sfaccettature: in casa, nella società, nella cultura, nella politica, ecc.

E tutto ciò potrà portarci ad alimentare la nostra fede, ad avere nostalgia e ad apprezzare la Liturgia e l’Eucarestia come culmine e fonte della vita cristiana, ormai in diaspora.

L’esplosione della pandemia quest’anno non ci ha consentito di portare a termine gli eventi legati alla festa di san Valentino.

Nelle settimane passate, più volte, nella cattedrale ho invitato la comunità cristiana e cittadina a cogliere l’occasione per raccogliersi nella preghiera e lasciarci illuminare dalla Parola di Dio, ma anche a raccoglierci attorno al nostro santo patrono Valentino.

Oggi, in questo pellegrinaggio spirituale che insieme stiamo compiendo, vogliamo stringerci quasi fisicamente attorno al nostro Patrono  per rafforzare la nostra identità di cristiani, crescere nella dimensione dell’amore e della carità e affidarci alla protezione e al patrocinio del nostro Patrono per uscire rafforzati da questo tempo di pandemia.

Desidero proporre alcune considerazioni in riferimento ai guasti che il Coronavirus sta provocando nelle persone , mentre sono inginocchiato davanti al santo dell’amore.

L’epidemia ha improvvisamente dato inizio ad un tempo oscuro e tragico, che ha portato sofferenze e lutti e messo a dura prova la resistenza e i sentimenti delle persone, uomini e donne del mondo intero.

Le migliaia di morti, persone anziane e giovani, che sono state falcidiate nella solitudine degli ospedali o delle case di riposo, prive della presenza e dello sguardo amorevole di figli, sposi, persone amate.

Ma pensiamo anche alla sofferenza di figli, sposi e persone legate da affetto che hanno ricevuto in maniera inattesa la notizia della morte dei loro cari e non hanno potuto nemmeno vederli, salutarli, onorarli con una liturgia funebre.

Certamente tante coppie e famiglie si stanno migliorando negli affetti e si stanno consolidando con la vicinanza e la convivenza prolungata.

Ma il pensiero va anche a quelle coppie fragili o in crisi, non preparate ad affrontare e superare dissapori e contrarietà, che scaturiscono dallo stare insieme, in spazi ridotti, in un tempo che sembra interminabile e in un clima emotivo ormai saturo e prossimo a esplodere.

Penso alle coppie o alle famiglie che si sono trovate divise, in ansia e confinate in luoghi lontani, impedite di ricongiungersi.

Pensiamo agli adolescenti e ai giovani che non possono incontrarsi per condividere gli abituali riti di socializzazione e amicizia.

Pensiamo a genitori, figli, sposi, fidanzati, innamorati, costretti vivere distanti e impediti a stringere abbracci o scambiarsi gesti di affetto.

Certo la lontananza dovrebbe purificare i sentimenti, accrescere il desiderio,  fare apprezzare   la bellezza e la preziosità dell’amore, in attesa di rincontrarsi in un rinnovato intreccio di sentimenti, di abbracci e di sostegno vicendevole.

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

 

Chiediamo oggi a san Valentino che col suo patrocinio protegga l’umanità, la nostra città, la nostra diocesi dalla pandemia del Coronavirus, così come in passato ha protetto la società da altri flagelli.

Ci aiuti a imparare l’amore verso Dio e verso il prossimo, incontrato secondo lo sguardo di Gesù.

Ci insegni il vero amore: tra genitori e figli, tra sposi, tra fidanzati; l’amore umano nella sua  tenerezza e interezza, segno e orma di quello pieno che Dio ha seminato nel cuore dell’uomo, scala che conduce al Cielo”.

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

 

LA PREGHIERA A SAN VALENTINO

“San Valentino, nostro patrono e protettore degli innamorati e della famiglia,

animati dalla fede, siamo venuti pellegrini alla tua tomba

nel giorno della Pasqua di Gesù e della manifestazione della sua misericordia.

 

Le sofferenze, i disagi e i lutti provocati dall’epidemia del Coronavirus

ci hanno spinti a ritrovarci attorno a te,

consapevoli delle tue premure e confidenti nel tuo patrocinio

verso la tua città e la Chiesa di cui sei stato e sei ancora pastore.

Qui confessiamo la nostra fede

e la volontà di rinunciare al male per vivere da figli di Dio.

Aiutaci a riscoprire l’essenziale che dà senso alla vita

e a provare nostalgia per le ricchezze che abbiamo dilapidato:

“il creato nella sua bellezza con tutte le creature,

il valore delle relazioni interpersonali “dirette” e non solo virtuali

in famiglia e con gli amici,

la centralità della fede e della spiritualità

e il valore supremo dell’amore vero in tutte le sue espressioni”.

 

Benedici l’umanità intera, la nostra città, la nostra Chiesa locale.

In questo nuovo inizio ottienici il coraggio e la forza di incamminarci

per strade fatte di giustizia, verità, solidarietà e amore.

Ispira i governanti nel promuovere la concordia e il benessere della società.

Le nazioni ritrovino le vie della solidarietà

e si adoperino con ingegno e operosità a recuperare  le attività

e le risorse spirituali e materiali,

necessarie per una esistenza dignitosa e significativa..

 

Ottieni la salute ai malati, conforto e consolazione ai sofferenti e agli afflitti,

il riposo eterno ai defunti.

I giovani trovino le vie di realizzazione della loro vocazione

e si dedichino con generosità a trasformare il mondo in una comunità di fratelli.

Ogni uomo e donna sperimenti la gioia del vero amore.

 

San Valentino, confidiamo nella tua intercessione di padre di questa comunità civile ed ecclesiale”.    

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

PELLEGRINAGGIO DEL VESCOVO ALLA BASILICA DI SAN VALENTINO

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