In the Same Boat racconta di come l’umanità – che viaggia su una stessa barca, per l’appunto – stia attraversando una fase critica e le risposte che darà ad alcune domande fondamentali la porteranno ad un cambiamento radicale.
Le nuove tecnologie potrebbero essere la chiave per vivere in un mondo migliore e più giusto ma se non ridirigiamo il timone di questo vascello, il futuro potrebbe essere minaccioso.
Le risposte e i punti di vista qui si dividono. Da un lato c’è chi pensa che stabilire un salario universale minimo garantito e avere più tempo libero, rallenterebbe l’economia, salverebbe il pianeta dall’autodistruzione e ci consentirebbe di esprimerci al meglio come essere umani e dall’altra chi invece crede – come Mujica – che senza prima un cambiamento culturale, educativo e personale trovare una nuova rotta sarà veramente complicato.
Il nostro è un mondo che vive di enormi paradossi.
Siamo capaci di costruire ed ammassare enormi ricchezze, ma non sappiamo ridistribuirle al maggior numero di persone possibile.
Alcuni buttano e gettano schifati, altri muoiono senza nemmeno i rifiuti da mangiare.
Eppure siamo all’alba di un nuovo mondo, un mondo dove mancherà il lavoro, un mondo che, se non saremo stati noi a rendere meno disuguale, segnerà sempre più profondi confini tra chi ha e chi non ha.
Siamo di fronte ad una opportunità unica.
Possiamo cambiare rotta.
Sarebbe un bene per tutti. In fondo siamo sulla stessa barca, e l’unica rotta tracciata è quella di un reddito universale.
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