GIUSEPPE ALBANESE VISIONINMUSICA VENERDÍ 7 FEBBRAIO 2020  AUDITORIUM GAZZOLI - TERNI  (ore 21)

GIUSEPPE ALBANESE VISIONINMUSICA VENERDÍ 7 FEBBRAIO 2020 AUDITORIUM GAZZOLI – TERNI  (ore 21)

VENERDÍ 7 FEBBRAIO 2020

AUDITORIUM GAZZOLI – TERNI  (ore 21)

VISIONINMUSICA 

GIUSEPPE ALBANESE 
PROGRAMMA
 
C. M. von Weber (1786-1826)
“Invito alla danza” op.65  (trascrizione di C. Tausig)

L. Delibes (1836-1891)
Valzer da “Coppélia”  (trascrizione E. von Dohnányi)
 
P. I. Tchaikovsky (1840-1893)
Suite da “Lo schiaccianoci” op.71a  (arrangiamento di M. Pletnev)
1. Marcia – Tempo di marcia viva
2. Danza della Fata Confetto – Andante ma non troppo
3. Tarantella – Tempo di Tarantella
4. Intermezzo – Andante
5. Trepak (danza russa) – Molto vivace
6. Danza cinese – Allegro moderato
7. Passo a due – Andante maestoso
 
— intervallo —
 
I. Stravinsky (1882-1971)
“L’uccello di fuoco”  (arrangiamento di G. Agosti)
1. Danza infernale del re Kastcheï – Allegro feroce
2. Berceuse – Andante
3. Finale – Lento maestoso
 
C. Debussy (1862-1918)
“Prélude à l’après-midi d’un faune”  (trascrizione di L. Borwick)
 
M. Ravel (1875-1937)
“La valse”

NOTA AL PROGRAMMA

[…] Il racconto dell’Invito è molto semplice. Un gentiluomo chiede a un dama di ballare con lui un valzer, la dama rifiuta, il gentiluomo insiste, la dama accetta. Ballano, e il racconto passa dallo splendore della sala sfolgorante di luci ai teneri colloqui fra i due danzanti. C’è anche un piccolo screzio, subito ricomposto. Il valzer finisce in bellezza, il gentiluomo accompagna la dama al posto che occupava, si separano. Quando il pezzo venne composto, 1819, la musica per pianoforte solo non veniva ancora eseguita in pubblico. Cominciò a esserlo con Liszt, vent’anni più tardi. E Liszt fece furore, con l’Invito. Ma c’era un problema. La fine clamorosa del valzer induceva il pubblico ad applaudire e si rischiava di perdere la conclusione quieta del racconto. Non sappiamo come si comportò Liszt. Il suo allievo Carl Tausig collegò la fine del valzer e il congedo. E già che c’era arricchì la scrittura originale con vari abbellimenti, con vari tocchi da maestro. La sua versione fu esecrata nel Novecento. Oggi viene di nuovo accettata. La musica colta aveva i suoi culmini nell’opera e nella sinfonia, la musica leggera nell’operetta e nel valzer. Sempre Carl Tausig parafrasò alcuni valzer di Strauss junior (la parafrasi è una trascrizione amplificatrice che veste l’originale con abiti sontuosi). Nelle parafrasi si va dal mirabolante degli Arabeschi sul valzer “il bel Danubio blu” di Adolf Schulz-Evler alla eleganza di Alfred Grünfeld. Il pianista e compositore ungherese Ernö Dohnányi punta sull’eleganza… ed è elegantissimo nella sua parafrasi di un valzer di Delibes come di due valzer di Strauss junior. Semplice trascrizione è invece quella di Pletnev dal famosissimo balletto di Ciaikovsky Lo schiaccianoci. I vari pezzi sono scelti liberamente e sono disposti in un ordine concertisticamente efficace. Il pianista Guido Agosti seguì invece la drammaturgia del balletto di Stravinsky L’uccello di fuoco e… sbagliò il bersaglio perché nella sua pur bella trascrizione il pezzo entusiasmante è il primo, è la danza del cattivo della vicenda, che getta la sua ombra sugli altri due pezzi. Il Prélude à l’aprés-midi d’un faune di Debussy non è precisamente musica di confine. È il piccolo capolavoro che sconvolge l’Ottocento e inaugura il Novecento della musica colta. Il pianista inglese Leonard Borwick riuscì a rendere non solo la sostanza musicale del pezzo ma anche la sua timbrica. Non è la stessa timbrica orchestrale, ovviamente, ma ne è l’equivalente pianistico, studiato sul pianismo di Debussy. La versione per pianoforte solo della Valse è in realtà il brogliaccio pianistico che era servito a Ravel per fissare sulla carta la musica. Le versioni originali sono quella per orchestra e quella per due pianoforti. Il brogliaccio pianistico venne impiegato da François-Joël Thiollier per una trasmissione radiofonica che ricercava l’origine dei temi raveliani nella produzione di Johann Strauss. Inaspettatamente questo brogliaccio fu subito… concupito dai pianisti ed entrò nel repertorio concertistico del pianoforte. Ciò non toglie che la scrittura sia piuttosto rozza e che richieda interventi correttivi. Ma qui, come in tanti altri casi, vince la musica.

Piero Rattalino

GIUSEPPE ALBANESE
Dall’uscita del suo primo album Fantasia – con musiche di Beethoven, Schubert e Schumann (Deutsche Grammophon, 2014) – Giuseppe Albanese diventa in breve tempo tra i pianisti più richiesti della sua generazione. Nel 2015, ancora su etichetta DG, incide Après une lecture de Liszt: un disco interamente dedicato al compositore ungherese. Invito alla danza (2020) è il suo ultimo lavoro e costituisce un affascinante excursus tra celebri pezzi di musica per balletto (Tchaikovsky, Debussy, Stravinsky) trascritti per pianoforte solo grazie a un’infinità di virtuosismi e idealmente racchiusi tra l’Invito alla danza di Carl Maria von Weber (1819) e la La valse di Ravel (1919). Albanese è stato invitato per recital e concerti con orchestra da autorevoli enti internazionali tra i quali ricordiamo il Metropolitan Museum, la Rockefeller University e la Steinway Hall di New York, la Konzerthaus di Berlino, il Mozarteum di Salisburgo, la St Martin-in-the-Fields e la Steinway Hall di Londra, la Salle Cortot di Parigi, la Filarmonica di San Pietroburgo ecc. Ha collaborato con direttori del calibro di Daniel Oren, Jeffrey Tate, Jonathan Webb, Lawrence Foster, Will Humburg, Dmitri Jurowski ecc. In Italia ha suonato nelle più importanti stagioni concertistiche (incluse quelle dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della RAI di Torino) e nei maggiori teatri. Negli ultimi tempi si è distinto per essere stato invitato a suonare in ben undici delle tredici Fondazioni Liriche italiane: il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna, il Lirico di Cagliari, il Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona. Albanese è laureato in Filosofia con lode e dignità di stampa per la sua tesi. Attualmente insegna pianoforte al Conservatorio Tartini di Trieste.

giuseppealbanese.com

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