Umbria: dati Istat 2018 confermano il calo della popolazione
Marco Sciamanna: «Necessaria una risposta strutturale e tempestiva»
«La situazione della nostra Regione è preoccupante, ma è la fotografia di una tendenza demografica in rapida discesa che riguarda tutta la nostra penisola, basti considerare che al primo gennaio 2019 il numero dei residenti in Italia ha perso 90mila unità rispetto all’anno precedente. L’Umbria da sola ha registrato un saldo in negativo di più di 4000 unità».
Marco Sciamanna, presidente del Popolo della Famiglia Umbria, interviene in merito ai risultati diramati dall’Istat sugli indicatori demografici, in base ai quali si evince un quadro molto chiaro, ma noto da tempo, della situazione: denatalità e invecchiamento della popolazione. L’unico fattore positivo è l’aspettativa di vita, che si è allungata sia per gli uomini che per le donne.
«Non possiamo sentirci soddisfatti di quanto emerge dal report Istat perché la speranza di vita non può essere l’unica magra consolazione per la nostra Regione che perde di anno in anno i suoi residenti. Molti umbri lasciano le loro città di origine in cerca di situazioni più vantaggiose, persiste lo spopolamento di comuni montani e soprattutto il serio e stringente problema della denatalità si manifesta sempre più con tutte le sue conseguenze. A questo proposito auspichiamo che la Giunta regionale, i Comuni e le amministrazioni locali comincino a mettere in campo proposte fattive in risposta a questo trend drammatico. D’altra parte se la nostra Regione porta avanti linee guida che, ad esempio, portano alla ribalta la RU486, non possiamo certo prospettarci un futuro migliore in termini di dati statistici per i prossimi anni»,
ha continuato Sciamanna convinto della chiara correlazione fra la denatalità e l’anti-cultura della morte.
«E non ci si può nemmeno appellare alla compensazione in percentuale che si è registrata con i saldo migratorio. Noi non possiamo sostenere la posizione che ha espresso qualche giorno fa il forum dei demografi italiani Neodemos, affermando che, a queste condizioni, si fa urgente “l’avvio di una saggia programmazione dei flussi d’immigrazione, l’unica efficiente medicina di contrasto al declino”.
Noi non siamo d’accordo. Non si possono confondere i due piani, la questione della denatalità deve essere a sé stante rispetto a quella dell’immigrazione; non è risolutivo pensare che il calo delle nascite possa essere compensato con il dato migratorio.
Il Popolo della Famiglia dal 9 Novembre ha dato il via alla raccolta firme per il Reddito di Maternità, 1000 € al mese per le mamme che intendono dedicarsi in via esclusiva alla cura dei figli, per offrire una risposta semplice, ma efficace, perché attinente alla realtà, per cercare di invertire questa continua parabola discendente»,
ha concluso il Presidente del PdF Umbria, sostenendo che al momento non esiste in Italia nessuna iniziativa paragonabile per concretezza e positiva efficacia per contrastare questo inverno demografico più che documentato.
12 febbraio 2019
Caterina Agrò – Ufficio Stampa del Popolo della Famiglia – Umbria