Prima messa con i fedeli celebrata dal vescovo Piemontese alla Comunità Incontro e nella Cattedrale di Terni alle 18.30 nell’anniversario dei cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II
Due celebrazioni presiedute dal vescovo Giuseppe Piemontese caratterizzeranno, in Diocesi, la ripresa delle messe con i fedeli nella cosiddetta “Fase 2” della pandemia Covid-19.
Il vescovo celebrerà lunedì 18 maggio alle ore 10.30 presso la Comunità Incontro di Molino Silla di Amelia, per i ragazzi e operatori della struttura, secondo le indicazioni contenute nel protocollo Cei-Governo.
In questo giorno particolare, in cui ricorrono i cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II, sarà ricordata la storica visita in fabbrica che papa Wojtyla fece a Terni nel 1981, all’acciaieria dove incontrò i lavoratori, dirigenza e istituzioni, e nella Cattedrale di Terni dove incontrò i sacerdoti, religiosi e i malati, ai quali rivolse toccanti parole di speranza.
Ricordando questo evento, il vescovo presiederà nella Cattedrale di Terni alle ore 18.30 la celebrazione eucaristica, con la partecipazione dei fedeli e secondo le disposizioni del protocollo Cei-Governo, che prevede una partecipazione dei fedeli limitata in base alla capienza delle chiese e comunque non superiore alle 200 persone negli edifici di culto e di massimo 1000 persone per le cerimonie religiose all’aperto, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria sul distanziamento sociale e nell’adottare le misure di prevenzione della diffusione del contagio da “Covid 19. L’ingresso in chiesa, che deve avvenire quindici minuti prima dell’inizio della celebrazione, sarà regolato dai volontari che indicheranno alle persone le disposizioni da seguire.
La messa in Cattedrale sarà trasmessa in diretta anche sui canali social (Facebook e YouTube) della Diocesi, per garantire anche ad altri di poterla seguire.
«Questa Fase 2 rappresenta l’avvio di un tempo nuovo – dichiara mons. Piemontese -, spinto dal soffio dello Spirito di una nuova Pentecoste, per crescere come comunità ecclesiale. E’ anche un’opportunità per reimpostare le dinamiche della vita della chiesa, cogliere alimento dalla Parola e dai sacramenti, specie dall’Eucarestia, di cui abbiamo sentito la fame. Il tema della crisi economica, conseguenza di questa pandemia, ci occuperà drammaticamente e dovrà necessariamente condurci a ridurre i bisogni per limitarli a ciò che è essenziale secondo le proposte del vangelo, e condividere nella solidarietà e nella carità, l’aiuto a quanti hanno perso tutto e non ce la fanno e riprendere un livello di vita dignitoso, basato sul lavoro e sulla solidarietà».