L’UAAR contro l’obiezione di coscienza dei medici
PdF Umbria: “Quando i razionalisti sono nemici della ragione”
Il Popolo della Famiglia Umbria alla luce della presenza nella nostra regione di manifesti dell’Associazione UAAR (Unione atei e agnostici razionalisti), con lo slogan/hashtag “Testa o Croce/#Nonaffidartialcaso”, mediante i quali è stata lanciata una vera e propria campagna pubblicitaria contro l’obiezione di coscienza dei medici, ritiene che tale operazione di marketing sia contraria alla ragione, all’ordinamento giuridico, oltre che offensiva verso il lavoro del professionista che espleta la sua attività come medico di famiglia, come specialista privato, o dipendente, nelle strutture pubbliche o private.
Il medico nel “Giuramento professionale” (ispirato al giuramento di Ippocrate, modificato nel 2014 ed inserito nel nuovo codice deontologico della FNCO), all’inizio delle sua attività giura, fra tanti punti, “di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo della sofferenza…., di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte del paziente…, di curare tutti i pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e politica…,”. Inoltre, all’art. 41 del codice deontologico, si afferma che “l’interruzione della gravidanza, al di fuori dei casi previsti dalla legge, costituisce grave infrazione deontologica, tanto più se compiuta a scopo di lucro e riconosce in questo punto la possibilità che il medico, che opera in questo settore specialistico, possa esprimere la sua obiezione di coscienza alla pratica abortiva in accordo all’art. 3 che riconosce il diritto dell’Obiezione di coscienza da parte del professionista con questa espressione: “Il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o il suo convincimento clinico, può rifiutare la propria opera”.
Il Popolo della Famiglia ritiene discriminatorie ed offensive, al limite del razzismo, verso la professionalità dello specialista, sia la subdola frase “chiedi al tuo medico se pratica qualche forma i obiezione di coscienza”, sia le affermazioni del portavoce UAAR, Adele Orioli, che vorrebbe rendere invalicabili alcuni ambiti scientifici ai medici con livelli di coscienza troppo prossimi all’obiezione.
Il Popolo della Famiglia vuole sia preservare tutti i medici da questi attacchi ideologici e disconnessi dalla realtà, sia difendere la libertà di obiezione di coscienza. Così come la premura e l’attenzione per la vita, per le cure verso il dolore e per le sofferenze che ne derivano, non possono essere trattate solo in termini di bilanci economici, una campagna pubblicitaria ridicola ed irragionevole non può eliminare la coscienza come interlocutore dal proprio ordinamento giuridico.
Caterina Agrò – Ufficio Stampa del Popolo della Famiglia – Umbria