Quando furono pubblicati i primi libri di Camilleri su Montalbano, lavoravo in libreria, e lo scrittore siciliano e il suo commissario diventarono in brevissimo tempo delle celebrità.
Qualcuno criticava l’uso di termini dialettali, altri lo lodavano e io, in preda alla mia voglia di andare contro tipica dei 20 anni, lasciai che “la mania di Montalbano passasse”.
Negli anni 2000 cominciarono ad andare in onda le prime puntate della serie TV.
Un po’ per sfida, un po’ perché alla fine si cresce, iniziai a guardarle e ricordo con piacere l’attesa delle nuove puntate.
Lo ammetto, mi appassionai al Commissario Montalbano e a tutto il commissariato di Vigata.
Ci sono voluti altri venti anni, o quasi, per farmi prendere in mano un libro di Camilleri, e non me ne sono pentito, anzi, mi devo sforzare di alternare i libri della serie con altri di genere completamente diverso.
Come si fa in questi casi, ho iniziato rigorosamente dal primo,
La forma dell’acqua, passando per Il cane di terracotta e a oggi sono arrivato a L’odore della notte.
Sullo scaffale mi attendono già: Il giro di boa,
La pazienza del ragno e La luna di carta.
Per scelta sto saltando i racconti, non sono appassionato del genere, ma sicuramente passeranno altri 20 anni e ci arriverò!
Chi è, insomma, il Commissario Montalbano?
Dirige il commissariato di Vigata, coadiuvato dal vice Augello e da Fazio oltre ad altri personaggi sempre presenti.
Fidanzato, a distanza, con Livia, che preme per “regolarizzare la loro situazione”, mentre lui cerca di sfuggire.
Amante della buona cucina, spesso ci fa venire voglia di andare a mangiare in un buon ristorante sulla costa siciliana.
Perché ci piace Montalbano, e Camilleri ovviamente?
Perché la scrittura è sciolta, il personaggio è ben costruito tra intuizioni, aspetto a volte rude e scontroso, ma capace di donarsi completamente davanti alla necessità.
Amato e rispettato, capace di far divertire (il lettore) e di mettere paura (a chi si trova nella sua strada), il commissario ci racconta la Sicilia più popolare durante le sue indagini, quella di gente comune che viene rappresentata spesso nei momenti di vita quotidiana, così come si diverte a svelare i vizi del potere.
E non possiamo dimenticare i suoi collaboratori, che lo stimano e che a volte si arrabbiano per il suo atteggiamento scostante.
Per dirla in breve Camilleri racconta un personaggio umano, niente super-poteri, niente scene esplosive da cinema, ma paesaggi duri e belli allo stesso tempo, in cui si muovono persone reali.
Non fate il mio stesso errore, prendeteli… in ordine cronologico!