LA RAGAZZA CON LA PISTOLA
AMY STEWART
Edizioni Baldini e Castoldi
La scelta di un buon libro costituisce un viatico necessario per affrontare questa surreale situazione nella quale siamo stati catapultati.
Il mio istinto di sopravvivenza mi ha guidato verso “La ragazza con la pistola”, romanzo storico, d’avventura e di emancipazione femminile.
L’autrice è Amy Stewart, nome che rievoca la più famosa cantante, anch’essa di origine statunitense, ma a che ben vedere si distingue dall’interprete di “Knock on wood”, per le vocali finali.
Durante una ricerca l’autrice scopre un articolo del New York Times del 1915 che riporta un fatto di cronaca riguardante un incidente stradale che coinvolse un auto e un calesse e i fatti che ne conseguirono.
La storia si rivela piuttosto avvincente tanto che la Stewart decide di riportarla alla luce dopo quasi un secolo di oblio e di romanzare la vicenda delle tre donne protagoniste, le tre sorelle Kopp, dando al libro lo stesso titolo dell’articolo: La ragazza con la pistola.
Mantenendo un perfetto equilibrio tra finzione e realtà, l’autrice snocciola gli eventi che hanno portato la maggiore delle tre a diventare la prima donna vicesceriffo della storia.
Le tre sorelle Kopp, Costance, Norma e Fleurette, vivono da sole in una tranquilla fattoria nel New Jersey.
Il centro abitato più vicino è Paterson, a pochi chilometri da New York, all’epoca circondata da fabbriche tessili.
La loro madre, di origine austriaca, rigida e di indole paurosa, è morta; del padre non hanno notizie da anni ; il fratello, Francis, perennemente preoccupato per loro, vive in città con la moglie e i figli.
Le tre donne hanno personalità ben distinte:
Costance, la maggiore, ha 37 anni all’epoca dei fatti.
È una donna atipica, alta, per niente interessata a una sistemazione matrimoniale e alla vita casalinga.
Parla francese e tedesco, aveva cercato invano di studiare per diventare infermiera o avvocato, ma la madre l’aveva sempre scoraggiata.
Le uniche occupazioni sono quelle legate ai lavori alla fattoria che porta avanti, non senza difficoltà, con le sorelle.
Questa scelta abitativa lontana da New York fu imposta dalla madre per nascondere un segreto inconfessabile, di cui l’autrice ci renderà partecipe nella prima parte del libro.
Norma, è poco più piccola di Costance; è una donna scettica e asociale, che addestra piccioni viaggiatori che considera più efficienti del telefono, e legge almeno sei quotidiani al giorno, puntando l’attenzione sui fatti di cronaca che riguardano giovani ragazze nei guai, come monito verso le sorelle.
Fleurette è una sedicenne frizzante e teatrale, con la tendenza a vivere di fantasticherie, ma che le sorelle maggiori, e la vicenda narrata, porteranno spesso con i piedi per terra.
Un giorno le tre si recano in città con il loro bel calesse per fare delle compere, quando vengono speronate e buttate fuori strada da un’automobile guidata da Henry Kaufman.
Costui è il proprietario di una fabbrica per la colorazione di tessuti, ricco e privo di scrupoli, e avrebbe sicuramente ingranato la marcia per fuggire via, se non fosse stato per le persone che si accalcarono intorno al calesse rovesciato e distrutto.
Sin dalle prime interazioni tra le due parti si capisce che non sarà facile per le tre ragazze farsi risarcire i danni.
Costance prende in mano la situazione e cerca di risolverla scrivendo una lettera indirizzata a Kaufman, ignorando che si sta avventurando nel terreno minato della malavita locale.
Infatti, l’uomo non solo non risponde alla lettera e non paga i danni, ma conoscendo ormai il loro indirizzo comincia dare il tormento a domicilio alle tre povere ragazze a colpi di minacce di rapimento della sorella più giovane, mattoni tirati alla finestra durante la notte e pistolettate intimidatorie.
Rivolgersi alla polizia rimane l’unica cosa da fare, apparentemente, ma questa soluzione non è risolutiva, né sufficiente, tanto che lo stesso sceriffo Heath convince Costance a dargli una mano.
In questo modo, la donna svela, in primis a se stessa e poi al mondo che la circonda, un vero e proprio talento nel maneggiare la pistola. Con una forte dose di coraggio e determinazione riuscirà a difendere le sue sorelle, la sua casa e parallelamente a risolvere un altro caso che, anche se marginalmente, coinvolge lei e Henry Kaufman.
La ragazza con la pistola è una storia avvincente, intensa e coraggiosa e a tratti spassosa.
Una commedia avventurosa, che scorre liscia avvenimento dopo avvenimento, coinvolgendo il lettore in un tifo silenzioso per Costance e le sue sorelle.
In particolare, per la nostra eroina, della quale seguiamo passo passo la sua evoluzione, conoscendone anche i lati oscuri.
Grazie a una descrizione precisa non solo del carattere, ma anche degli aspetti ambientali e storici riusciamo a catapultarci nei primi anni del secolo scorso.
La bravura Amy Stewart la rivela anche nel dipingere i personaggi secondari, come Henry Kaufman, al quale non risparmieremmo dei sonori ceffoni! Intreccia le personalità delle varie figure senza forzature, in perfetti incastri studiati per dare maggiore risalto a una storia affascinante.
Forse in qualche passaggio è ripetitivo, ma niente che non possa essere tollerato per poi giungere alla conclusione di questa vicenda, che se non fosse documentata dall’articolo di giornale del 1915, stenteremmo a credere vera.
All’epoca era una cosa abbastanza frequente che la polizia coinvolgesse le vittime di un crimine per catturare il colpevole.
Ancora le forze di polizia, soprattutto nei dintorni dei grandi centri, non potevano contare su un congruo numero di uomini per far rispettare la legge.
La novità che ci presenta questa storia e che l’ha fatta salire agli onori della cronaca, fu proprio che fosse una donna a essere coinvolta e che avesse poi dimostrato di essere non solo all’altezza di proteggere se stessa e la sua famiglia, ma anche la popolazione della sua contea diventando la prima donna vice sceriffo della storia.
Silvia Fadda