In scena a Terni “IL FUNAMBOLO DELLA LUCE
Nikola Tesla, ovvero l’uomo che illuminò il mondo” Martedì 20 e mercoledì 21 febbraio al Teatro Secci
Ciro Masella porta in scena a Terni IL FUNAMBOLO DELLA LUCE. Nikola Tesla, ovvero l’uomo che illuminò il mondo.
Martedì 20 e mercoledì 21 febbraio alle 20.45 al Teatro Secci
Un viaggio poetico fra parola, danza, immagini e musica nella mente e nell’immaginazione sconfinata di uno dei più rivoluzionari inventori della storia dell’umanità.
Il Teatro Secci di Terni, martedì 20 e mercoledì 21 febbraio alle 20.45, nell’ambito della Stagione teatrale 23/24, ospita IL FUNAMBOLO DELLA LUCE. Nikola Tesla, ovvero l’uomo che illuminò il mondo di e con Ciro Masella, Olmo De Martino e con la danzatrice Isabella Giustina.
Uno degli inventori più importanti della storia, paragonato più volte a Leonardo Da Vinci, figura con la quale condivide diversi aspetti sia personali che di metodo scientifico, Nikola Tesla è il responsabile dell’impostazione generale del nostro sistema elettrico, in tutto il mondo, avendo inventato la corrente alternata, e una delle intelligenze più luminose e prolifiche della storia, dalla quale sono scaturiti più di cento brevetti e oltre settecento invenzioni. Ha contribuito a forgiare il mondo così come lo conosciamo oggi, ma soprattutto ha immaginato un mondo futuro possibile, quel mondo in cui l’uomo non può pensare di vivere se non in armonia con il proprio pianeta e con le sue creature, dove la scienza non può non essere etica, umana, morale. Forse la maggiore eredità di Tesla è il suo spirito creativo, che non mette confini al pensiero, all’intuizione, e davvero crede che tutto sia possibile. Una mente creativa, capace di immaginare il motore per la produzione della corrente alternata osservando il sole durante una passeggiata in un parco, mentre recita a memoria il Faust di Goethe.
“Un personaggio così complesso e ricco, così proiettato verso il futuro da essere oggi così luminosamente contemporaneo – spiega Ciro Masella – uno scienziato che ha immaginato una scienza al servizio dell’uomo ma anche del pianeta, che sapesse prendere dal sole, dal vento, dalla forza dell’acqua, dall’energia del mondo tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per vivere e progredire, non poteva non diventare un punto di riferimento per riflettere sul tema scienza-etica e scienza-spiritualità, due binomi che hanno attraversato ogni singola fibra, ogni gesto, ogni respiro dell’uomo e dello scienziato Tesla. Questa figura dalla carica poetica rivoluzionaria, questo visionario capace di immaginare il futuro più lontano, mi si è parata innanzi come un forziere carico di ricchezze, una fonte inesauribile di riflessione sul ruolo della scienza oggi, sul suo rapporto con l’umano e con la natura, con il visibile e con ciò che non può lo è, che non può essere visto. Tesla era scienziato ma anche filosofo, umanista, e di sé diceva: ‘non sono uno scienziato. La scienza è forse la maniera più conveniente per trovare la risposta alla domanda che mi perseguita da sempre, e trasforma i miei giorni e le mie notti in fuoco. Quello che vorrei sapere, ad esempio, è che cosa succede ad una stella cadente quando il sole si spegne. Perché le stelle cadono, come polvere o come semi. E il sole si disperde, nelle nostre menti. Nelle vite di molti esseri…‘. Le sue parole, le sue scoperte, la sua umanità, la sua ricerca forsennata della luce da restituire agli uomini, sono il sentiero che ho seguito in questo viaggio alla ricerca di quei frammenti, di quelle schegge di luce lasciate da Nikola Tesla nel suo passaggio su questa terra”.