CORONAVIRUS FASE 2 – AD AMELIA LA PRIMA CELEBRAZIONE DEL VESCOVO. IL VADEMECUM CON LE INDICAZIONI PER LE CELEBRAZIONI

Mons. Piemontese: “Se vogliamo proteggere e custodire l’umanità, occorrerà mettere mano, mente e cuore per avviare una nuova filosofia della scienza, della conoscenza, dell’uomo, dello spirito, della natura e del mondo”.

CORONAVIRUS FASE 2 - AD AMELIA LA PRIMA CELEBRAZIONE

CORONAVIRUS FASE 2 – AD AMELIA LA PRIMA CELEBRAZIONE

«Una gioia grande ci ha raggiunti alla notizia della firma del protocollo, che autorizza la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo. “Andrà tutto bene” se proseguiremo sulla strada della responsabilità, della vigilanza, della partecipazione attiva e intelligente alla ricostruzione della nuova era post pandemica» così il vescovo Giuseppe Piemontese si rivolge alla comunità diocesana in una lettera redatta alla vigilia della ripresa delle celebrazioni con i fedeli nella “fase 2” dell’emergenza sanitaria Covid-19, lunedì 18 maggio.

Una riflessione articolata e di speranza, che pone l’accento sulle prospettive che si potranno sviluppare nei prossimi mesi per la società e che invita ad un approccio ecologico e un ripensamento degli stili di vita: «Questa Fase 2 rappresenta l’avvio di un tempo nuovo, spinto dal soffio dello Spirito di una nuova Pentecoste – aggiunge mons. Piemontese – Se vogliamo proteggere e custodire l’umanità, occorrerà mettere mano, mente e cuore per avviare una nuova filosofia della scienza, della conoscenza, dell’uomo, dello spirito, della natura e del mondo. Il cambiamento d’epoca, che la nostra società sta attraversando, ha nel Coronavirus una delle prove più evidenti e convincenti. Questa generazione per sopravvivere non potrà accontentarsi di semplici adattamenti, ma dovrà ricercare nuovi canali relazionali e altri stili di vita. Non abbiamo compreso che il Covid-19 è il risultato e il sintomo della terra ammalata, che abbiamo contaminato, forse in maniera irreversibile, e che altre pandemie, di natura epidemiologica, ecologica, caotica o anche sociologica sono in agguato se non si corre ai ripari. Non illudiamoci, dunque, serve un nuovo assetto mondiale, nuovi stili di vita, improntati alla sobrietà, ad un’economia etica e solidale, e nuove relazioni internazionali di giustizia e solidarietà dovranno essere obbligatoriamente avviate. Oggi più che mai, l’umanità intera è stipata sulla stessa barca, appesantita da abitudini e mercanzie superflue, alla ricerca di un porto sicuro che potrà raggiungere solo alleggerendosi da pesi eccedenti e ritrovando un equilibrio sostenibile”.

Anche per i cristiani e per la Chiesa è necessario, secondo mons.Piemontese, un cambiamento per non far “tornare tutto come prima. Dovremo reimpostare le dinamiche della vita della chiesa, cogliere alimento dalla Parola e dai sacramenti, specie dall’Eucarestia, di cui abbiamo sentito la fame. Il tema della crisi economica, conseguenza di questa pandemia, ci occuperà drammaticamente e dovrà necessariamente condurci a ridurre i bisogni per limitarli a ciò che è essenziale secondo le proposte del vangelo, e condividere nella solidarietà e nella carità, l’aiuto a quanti hanno perso tutto e non ce la fanno e riprendere un livello di vita dignitoso, basato sul lavoro e sulla solidarietà».

 

Il 18 maggio, inizio della “fase 2” per la chiesa diocesana, il vescovo Piemontese presiederà la celebrazione alle ore 10.30 presso la Comunità Incontro di Molino Silla di Amelia.

 

Il vescovo, insieme alla Commissione liturgica diocesana e ai vicari foranei, ha predisposto un documento che riprende il recente protocollo siglato tra il Ministero dell’Interno e la Cei, dove viene indicato ai parroci un cronoprogramma di adempimenti per le riaperture. La Curia ha predisposto l’invio alle parrocchie di un manifesto-avviso con le principali indicazioni-avvertenze da seguire in questa fase di ripresa delle celebrazioni e di un vademecum per la celebrazione dei sacramenti del battesimo, matrimonio e delle esequie, consultabile sul sito www.diocesi.terni.it.

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