Al via domani Umbria Jazz Weekend, a Terni fino al 18 settembre.
All’Anfiteatro Romano in programma giovedì sera J.P. BIMENI & THE BLACK BELTS, oggi una delle più belle voci soul che arrivano da Londra.
Per lui si sono azzardati i confronti più lusinghieri, da Otis Redding, che difatti per molto tempo è stato il suo modello, a Marvin Gaye.
Gli inizi, però, sono stati molto difficili, o forse è meglio dire tragici.
Bimani viene dal Burundi, e discende dalla famiglia reale.
Dopo la nascita della Repubblica il piccolo stato africano ha avuto una vita complicata, tra continui colpi di stato e guerre tribali.
Lo stesso Bimeni ne è restato vittima ed ha rischiato la morte.
Riuscì a riparare, come rifugiato, prima nel Galles, poi a Londra.
La storia del musicista J. P. Bimeni parte da qui.
Non una storia facile, all’inizio, ma poi è cominciata una vera e propria carriera fatta di tanti passi in avanti e qualche pausa.
Una band dopo l’altra finché in un festival in Spagna non ha incontrato The Black Belts, con cui ha inciso “Free Me”, il disco del lancio internazionale.
Il disco dell’anno, secondo BBC. “Give Me Hope” è il secondo album, che si muove tra echi Stax e Motown, psichedelia e afro funk.
Nelle piazze la musica è rivolta a un ampio e trasversale pubblico di ascoltatori, perché alla qualità, sempre imprescindibile nel cartellone di Umbria Jazz, si uniscono divertimento, leggerezza, senso dello spettacolo.
I FUNK OFF, nati come marching band, anche sul palco sanno suonare musica trascinante e coinvolgente. In questa dimensione, del resto, hanno aperto la scorsa edizione di Umbria Jazz.
THE GOOD FELLAS sono una banda di bravi musicisti che sanno come suonare, immedesimandosi benissimo nella parte, swing e rock & roll.
Con loro la memoria torna agli happy days degli anni cinquanta, ispirandosi a icone come Louis Prima e Louis Jordan, ma anche a Elvis.
Le composizioni originali di ACCORDI DISACCORDI combinano influenze jazz, swing e blues, con atmosfere acustiche e dal gusto cinematografico.
Una sonorità che affonda le radici in una matrice stilistica gipsy jazz, influenzata dal leggendario chitarrista Django Reinhardt.
Nei locali del centro si suona jazz, musica che in spazi come questi ritrova il suo legame con la tradizione dei jazz club.
MAURO OTTOLINI, uno dei jazzmen italiani più originali e creativi, presenta due progetti: i LICAONES, storico quartetto nella cui front line è affiancato da Francesco Bearzatti, e “NADA MÀS FUERTE”, che nasce dalla suggestione della musica popolare, in cui il contatto esistenziale con il valore della vita e dell’esperienza diventa intenso e quasi fisico.
OLIVIA TRUMMER TRIO pianista tedesca, ma anche cantante, songwriter. Formazione classica e grande innamoramento per il jazz. Attiva anche in Italia, suona a Terni con un bel trio con Rosario Bonaccorso e Nicola Angelucci.
JIM ROTONDI & PIERO ODORICI QUINTET feat. JOE FARNSWORTH w/ PAOLO BIRRO & ALDO ZUNINO.
Una delle più classiche formazioni del jazz di ogni epoca, il quintetto con tromba e sassofono nella front line, e la sezione ritmica.
Questo quintetto ha come leader il trombettista del Montana Jim Rotondi e il sassofonista Piero Odorici, bolognese. I due collaborano da tempo.
Rotondi è stato uno dei trombettisti più richiesti della scena del jazz di New York per venticinque anni. Odorici ha collaborato a lungo con Cedar Walton, tra i tanti.
LORENZO HENGELLER, cantautore e pianista napoletano, ha vinto il Premio Carosone 2007.
È proprio Renato Carosone, con Lelio Luttazzi, Gorni Kramer, Fred Buscaglione, fino a Vittorio De Sica, il modello cui sembra rifarsi Hengeller, sia nelle sue canzoni che nella rilettura dei grandi classici del songbook italiano del periodo anni ‘30 – ‘60.
ROSARIO GIULIANI QUARTET Nel suono e nel fraseggio di Giuliani si colgono evidenti richiami ai grandi jazzmen della storia ma anche la forte originalità che contraddistingue i musicisti creativi.
Motivo per cui è uno dei jazzmen italiani più famosi anche all’estero, in particolare in Francia dove ha registrato a lungo.
GIANNI CAZZOLA QUARTET. Gianni Cazzola può essere considerato a buon diritto “il padre della batteria jazz italiana”. In ogni caso, parliamo di un protagonista di primo piano della scena dello swing tricolore con oltre sessant’anni di carriera alle spalle.
Il programma del Baravai concede molto spazio a proposte non consuete, votate alla ricerca e all’innovazione.
È il caso di ANDREA BELFI, percussionista, compositore e sperimentatore musicale.
Belfi ha costruito negli anni, con grande coerenza, un mondo sonoro in cui si coniugano strumenti acustici e le infinite possibilità proprie dell’elettronica.
XYLOURIS WHITE dimostra che i percorsi della musica a volte sono imprevedibili e si creano inaspettati ponti tra artisti in teoria molto distanti.
È il caso di questo duo che prende il nome dai componenti.
Georgios Xylouris è cretese, canta e suona il liuto e, come il padre Antonis, viene dalle tradizioni popolari millenarie della sua isola.
Jim White è australiano, suona la batteria e fin da teenager a Melbourne ha fatto parte di rock band. È stato anche membro di Dirty Three.
ANTONIO RAIA e RENATO FIORITO, napoletani, da alcuni anni hanno dato vita ad una intensa collaborazione all’insegna della creatività più coraggiosa e originale.
Raia è un compositore, improvvisatore e sassofonista.
Fiorito è compositore, sound artist, live performer e ingegnere del suono.
ANGELA M. MOSLEY & THE BLU ELEMENTS porta il calore della musica nera, materiale che Angela padroneggia con la potente ed espressiva voce soul perfettamente a suo agio nel repertorio dei diversi filoni sia tradizionali che moderni.
Infine, PONZIO PILATES, band tra le più strambe emerse negli ultimi anni, impossibile perfino da definire per il non rifarsi a nessun genere minimamente codificato.
Un’esperienza musicale fuori dagli schemi all’insegna di una felice follia che diverte e coinvolge.
È per sabato 17 settembre alle 11 a Piazza Tacito l’appuntamento ormai consueto con UJ4Kids nell’ambito dei festival di Umbria Jazz.