“Fuori dalle labbra”, singolo che chiude il quarto album (omonimo) di Francesca Romana Perrotta, racconta un’attitudine personale: la difficoltà di esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni attraverso le parole, che non trovano una via, fuori dalle labbra.
È un dialogo interrotto, sospeso, perché ci sarebbe estremo bisogno di ascolto, accoglienza, dall’altra parte… dall’altra parte, però, esiste qualcuno che non ha la forza di ascoltare; certo, perché per ascoltare davvero ciò che esce fuori dalle labbra di chi si ama, ci vuole coraggio.
Il coraggio di saper sostenere anche verità scomode. Perché a volte in un rapporto si deve “sanguinare un po’”.
Eppure, tra i non detti e i non ascolti, alla fine arriva una richiesta di contatto, nella frase “tu sai chi sono io e come mi chiamo” e soprattutto in quella finale, che arriva come un’onda che rinfresca e spazza via tutto: “prova a dare un senso alla verità che scivola fuori dalle labbra, senza mai colpirsi alla schiena, senza mai scappare da noi”.
Sapere chi si ha davanti, conoscere chi si ama davvero è un viaggio profondo, intenso e, a volte, difficile ma necessario. La verità può anche ferire, ma è ciò che alla fine unisce le persone in una relazione autentica.
La cantautrice parla in prima persona, diventa protagonista di questa canzone e canta la fierezza della propria essenza, consapevole della difficoltà ad esprimere a parole, in un dialogo a due, tutto ciò che avrebbe bisogno di dire, di raccontare. Forse, in fondo, è una cantautrice per questo, perché attraverso la musica, le canzoni, ha trovato un modo per far uscire la sua verità fuori dalle labbra.
A questa lettura, si sovrappone una seconda interpretazione, un riferimento neanche così implicito alla femminilità, all’emblema del femminile, che racchiude, accoglie l’amore.
Ma al di là delle labbra, fuori da esse, cosa c’è? Lo vedi tu, uomo, tutto ciò che c’è intorno?
Il videoclip di “Fuori dalle labbra”, a cura di Piernicola Mele e prodotto da ARTEN, mira a creare una suggestione precisa: i veli, i filtri che si frappongono tra il volto e la camera rappresentano metaforicamente la difficoltà nella comunicazione, l’impossibilità nell’esprimere una verità, che risulta celata, non detta, non ascoltata.
L’atmosfera che ne risulta, a livello di colori ed immagini, è in linea con gli arrangiamenti del brano, fondato su una psichedelia che è anche uno stato emotivo e mentale.