Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini “I Senzavoce”
Le autrici presentano un romanzo distopico ambientato alla fine del terzo millennio: il riscaldamento globale ha stravolto il pianeta Terra e ha decimato la popolazione umana e animale; un tentativo estremo di salvezza ha poi complicato ulteriormente la situazione. Una sola persona ha tratto vantaggio da questa Apocalisse: una scienziata che in seguito si autoproclama regina; le sue scellerate ambizioni conducono a un regime tirannico, da cui i giovani protagonisti dell’opera cercheranno di liberarsi.
Casa editrice: Edizioni Progetto Cultura
Genere: Romanzo distopico
Pagine: 154
Prezzo: 15,00 €
«La terra fu distrutta da gigantesche esplosioni nucleari con effetti devastanti soprattutto per la popolazione che era all’oscuro di tutto ma, anche venendo informata, non avrebbe avuto via di scampo»
“I Senzavoce” di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini è un romanzo distopico che, sebbene sia ambientato in un futuro lontano, parla alla nostra contemporaneità: le autrici, infatti, prospettano degli scenari plausibili e catastrofici a cui le prossime generazioni potrebbero giungere, se non ci occupiamo oggi di salvaguardare la salute del nostro pianeta. Quest’opera lancia quindi un importante avvertimento all’umanità: è tempo di risvegliare le coscienze e di agire concretamente per un domani migliore, prima che si arrivi a un punto di non ritorno.
Il romanzo si apre dolorosamente con la conta delle devastazioni seguite all’aumento intollerabile del riscaldamento globale: i ghiacciai nell’Artico sono scomparsi, molti animali sono ormai estinti, il livello del mare si è alzato a tal punto da inghiottire chilometri e chilometri di coste, cancellando diverse città, e le poche foreste rimaste sono tormentate dai continui incendi. Tra le inevitabili conseguenze di tali disastri vi è l’abbassamento della qualità dell’aria, diventata ogni giorno più irrespirabile, a cui si aggiungono le epidemie e l’insopportabile caldo, che costringe le persone a chiudersi in casa o ancora meglio sottoterra. Col trascorrere degli anni i rapporti umani sono azzerati, tanto che il ridotto uso della parola provoca un’atrofia delle corde vocali e della laringe, portando alla quasi totale perdita della voce. Scienziati da tutto il mondo si riuniscono in un bunker per trovare una soluzione in extremis; in particolare una di loro, la studiosa orientale Urzeja, propone una misura drastica: porre delle cariche nucleari in determinati punti del pianeta e farle deflagrare per generare uno spostamento dell’asse terrestre che, secondo i suoi calcoli, riequilibrerebbe il clima. L’operazione “Terra fredda” viene messa in atto alla mezzanotte del 31 dicembre 3333, nonostante gli scienziati siano al corrente che provocherà innumerevoli vittime e ulteriori disastri ambientali.
Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini offrono una storia ricca di immaginazione e allo stesso amaramente realistica; tra gare di sopravvivenza, la ricerca di un famoso Uovo Polimerico e una terribile profezia, si presenta un’opera che spinge a profonde riflessioni, narrata con uno stile accattivante e abitata da personaggi intensi e sfaccettati: da Urzeja, donna senza scrupoli che, grazie alle proprietà di una pianta miracolosa – la pulchra herba, diventerà la regina di un mondo alla deriva, a Eric, un giovane coraggioso e desideroso di affrancarsi dalla sua tirannia, passando per gli abitanti del villaggio in cui vive il ragazzo, chiamati i Pezzenti, e fino a delle misteriose presenze fantasmatiche.
SINOSSI DELL’OPERA. Un intreccio ricco di suspence, di avventure, di scontri giovanili, di passioni e ribellioni al Potere dominante e crudele. L’ambientazione perfettamente descritta ci porta in un mondo lontano che speriamo di non conoscere mai. Il lettore si diverte, partecipa, si immedesima in alcuni personaggi, parteggia per l’uno o l’altro, e nello stesso tempo riflette sulle conseguenze di un comportamento scellerato da parte degli abitanti del nostro meraviglioso pianeta (dalla prefazione all’opera di Cinzia Tani).
BIOGRAFIE DELLE AUTRICI.
Giuseppina Mellace (Roma, 1957) si laurea prima in Lettere e poi in Storia e Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma. È autrice di pièce teatrali, saggi, racconti e romanzi con i quali ha vinto numerosi premi. Tra le opere di saggistica storica si segnalano: “Una grande tragedia dimenticata” (2014) sull’eccidio delle Foibe, presentato anche in Rai durante la trasmissione Uno mattina Libri; “I dimenticati di Mussolini” (2019), incentrato sulla vicenda dei soldati italiani deportati in Germania (premio Il Convivio); “Il lato oscuro del nazifascismo” (2021) e “La marcia su Roma” (2022). Nel 2020 ha pubblicato il romanzo storico “Il quadro di Norma” (premio Città di Ladispoli). Il 10 febbraio 2022 ha tenuto una trasmissione su Rai news 24 sul tema “Il Giorno del Ricordo”. È docente presso l’Università Cusano nel Master “Foibe ed Esodo”.
Maria Delfina Tommasini (Roma, 1954) è laureata in Giurisprudenza e ha lavorato presso un Istituto di credito; è inoltre impegnata in attività di volontariato e sportive. Ha pubblicato racconti in numerose antologie e romanzi fra cui, negli ultimi anni: “Mascioli e i suoi cicinin” (2017); “In riva al male” (2019), scritto con Alessandra Giacomini; “La contessa di Salasco” (2020); “L’avventurosa e misteriosa vita del conte di Saint Germain” (2021), scritto con Giuseppina Mellace; “NN di SS – Lebensborn” (2022). Molte sue opere hanno ottenuto importanti riconoscimenti letterari.
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