IL RICORDO DI PADRE DANILO REVERBERI DA PARTE DI GIORGIO GALVANI E MARCO VINICIO GUASTICCHI
“Due amici che hanno cercato di raccontare la storia di due amici con la passione per i cavalli”
“Descrivere, raccontare, ricordare un amico che ci lascia è sempre difficile, doloroso.
Questa volta lo è ancora di più.
Il destino crudele, il Covid ‘maledetto’, ieri ci ha portato via un amico vero, Danilo Reverberi, padre Danilo, una persona straordinaria, bellissima che amava Dio, la sua famiglia e i cavalli, la passione di una vita. Come per San Francesco il creato era per lui tutto, la natura, il sole, la luna, gli esseri viventi, tutto”.
Così lo ricordano Giorgio Galvani e Marco Vinicio Guasticchi.
“Un ragazzo della provincia di Milano che si diploma come tanti allora ed inizia a coltivare i sogni, le speranze, il futuro.
Un posto in banca e poi la scintilla per la fede il passo è breve con i cavalli, le corse al trotto in particolare sempre presenti nelle indimenticabili pause pranzo trascorse all’ippodromo San Siro (che purtroppo ha chiuso i battenti) con il giornale in mano a spulciare i tempi, le genealogie e strappare qualche dichiarazione ai drivers, agli addetti alle scuderie ai bookmakers”.
“Poi l’incontro con Francesco – ricordano ancora Galvani e Guasticchi –, come ha raccontato nel libro ‘La Scuderia dei Miracoli’ che abbiamo scritto a quattro mani nel 2014 (Futura edizioni) con le foto dei maghi dello scatto, Enzo de Nardin e Marco Agabitini”, “i dialoghi spirituali con il cardinal Martini – si legge nel libro – e poi l’incontro con Francesco.
Trasferirmi dalla Lombardia all’Umbria è stato per me del tutto naturale e sono entrato nella Provincia serafica dei frati minori.
Era il lontano 1981 fino a diventare Guardiano del Convento di Monteripido e poi Todi ed il ritorno ad Assisi”.
Ad Assisi padre Danilo ha studiato teologia ed ha incontrato quello che poi sarebbe stato l’amico inseparabile, Sergio Carfagna, titolare di uno dei più importanti allevamenti di cavalli da trotto ai piedi della Basilica di San Francesco, venti ettari di “paradiso” terrestre dove sono nati e cresciuti puledri che poi hanno fatto la storia dell’ippica italiana, Iglesias e Irina su tutti.
“Nell’intervallo delle lezioni – ha raccontato nel libro Padre Danilo – guardando verso valle mi soffermavo su questo allevamento in cu c’era una piccola pista da trotto dove vedevo trottare i cavalli.
Dentro di me si è riaccesa quella passione che avevo lasciato a Milano, all’ippodromo di San Siro.
Poco dopo ho conosciuto Sergio Carfagna.
Timidamente gli chiesi se era possibile stargli vicino quando allenava i cavalli la mattina e da lì è nata l’amicizia.”
“Da allora Padre Danilo e Sergio non si sono più lasciati – commentano Galvani e Guasticchi –, un’amicizia vera, nel rispetto dei ruoli che la vita gli aveva assegnato, marchiata in maniera indelebile per la passione dei cavalli, gioie e dolori, vittorie e sconfitte come solo chi vive di cavalli dalla mattina alla sera 365 giorni l’anno sa dosare, metabolizzare”.
“Il rapimento ed il ritrovamento di Iglesias (senza pagare il riscatto) lo stallone dei record – dicono ancora Galvani e Guasticchi –, il secondo posto di Irina nel campionato Europeo a Cesena, le tante vittorie dei puledri, le prove di qualifica superate in tutti gli ippodromi d’Italia da cavalli di questa straordinaria coppia di amici che l’ippica consegna alla storia.
E poi la nascita della cavallina bianca il 5 Aprile 1994, poi ribattezzata proprio da padre Danilo, ‘Via Lattea’ all’ombra della Basilica di Assisi, il libro a lei dedicato, le prime pagine dei principali quotidiani nazionali (il giorno di ferragosto la prima pagina sul Corriere della Sera a firma di Luigi Ferrarella, dopo Ribot e Varenne mai accaduto per un cavallo), servizi su tutte le Tv, siti, agenzie e poi ancora le passerelle in tutti gli ippodromi e il debutto in pista prima di spiccare il volo per la Svezia e gli Stati Uniti dove da qualche settimana, quella cavallina ‘albina’ prodigio della natura ha dato alla luce il primo puledro.
Finiamo qui che è meglio se no il groppo in gola ci impedisce di proseguire ed infarcire di retorica questo racconto e ricordo che in realtà è sincero e viene spontaneo”.
“Un ultimo ricordo all’amico fraterno di padre Danilo e Sergio Carfagna – concludono Guasticchi e Galvani –, il top-driver Giampaolo Minnucci, che ci ha regalato con il ‘capitano’ Varenne e non solo emozioni immense e ci ha fatto sentire orgogliosi di essere italiani a Parigi e New York.
Proprio ieri ‘Jean Paul’ come lo chiamava con affetto un altro amico di Danilo e Sergio, Salvio Cervone, ‘zio Salvio’, anche lui scomparso da poco tempo, ci ha inviato un vocale rotto dal pianto in cui incredulo saluta un grande uomo, un amico vero.
Quell’amico che nell’ottobre del 2014, poco prima della partenza del Derby di trotto all’ippodromo Capannelle, con accanto la cavallina bianca Via Lattea, lo aveva avvicinato per incoraggiarlo con qualche preghiera.
Poi è storia e Giampaolo Minnucci con Sugar Rey, cavallo sfavorito in partenza, ha vinto quel derby ed in tanti hanno gridato al ‘miracolo’, il miracolo di una scuderia, di una amicizia vera, che il destino, il Covid maledetto, non riusciranno mai a cancellare.
Ciao Danilo, non ti dimenticheremo ed il tuo ricordo fra poco grazie a Sergio ed un puledro che si chiamerà Francesco sarà per sempre anche nelle piste che amavi tanto…”.