Leonardo da Vinci in Umbria, ora ci sono i riscontri scientifici
Un doppio Leonardo svelato da un nostro studioso
Leonardo rivela il proprio genio anche in un piccolo ma famosissimo disegno.
Il foglio fu siglato “dì di Santa Maria della neve\ addì 5 d’aghosto 1473”, rappresenta una “valle con un fiume”, ed è considerato tra i più bei scorci naturalistici della pittura rinascimentale.
Il paesaggio è da sempre riferito ai dintorni di Vinci, con i riferimenti geografici sostenuti dalla critica.
Recenti riconoscimenti, di tratti caratteristici degli scorci della Cascata delle Marmore, hanno portato agli onori della cronaca il foglio. 8 P, per la disputa, scaturita dal dott. Luca Tomio, fautore dell’origine ternana del paesaggio, tra umbri e toscani sulle due diverse letture.
Tale disputa attributiva ha stimolato una rilettura accurata del foglio in questione, da parte del dr.Pino Benedetti studioso di Leonardo e di Raffaello in AltoTevere tramite il Centro Studi Leonardo in Valtiberina.
All’associazione, si deve l’inedito riconoscimento dei lavori di idraulica di Leonardo in Alto Tevere nel 1502 1503 al tempo di Cesare Borgia e di Vitellozzo Vitelli.
Durante le analisi morfologiche del disegno 8P, sono apparse allo studioso, come incoerenti, alcune caratteristiche grafiche e stilistiche che hanno generato l’ipotesi di un successivo intervento grafico di Leonardo sul suo disegno del 1473 tendente ad adattarlo ad una veloce memoria della Cascata delle Marmore in occasione di un suo rapido sopralluogo molti anni dopo intorno al 1503.
E’ del tutto probabile infatti che Leonardo abbia raggiunto Roma nei primi mesi del 1503 al seguito di Cesare Borgia, (manoscritto L f. 94.v ) e che si fosse fermato ad ammirare lo spettacolo della cascata e trarne spunto per immortalarla, usando e modificando un suo vecchissimo disegno.
Gli accurati confronti con il territorio delle Marmore del prof. Tomio stimolano la comparazione del disegno con quel sito, come del resto rimane più che accettabile la tradizionale lettura della Valdinievole.
Una doppia verità quindi?
La nuova analisi delle caratteristiche stilistiche e grafiche su cui si è basata l’ipotesi del Dr. Benedetti ha generato la necessità di una validazione attraverso la visione diretta del celebre disegno agli Uffizi.
Il 27 giugno 2018 presso Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, grazie alla direttrice dr.ssa Faietti e la collaborazione del dr. Sassi, si è svolto il sopralluogo visivo diretto sul disegno, del riscontro della ipotesi della doppia stesura.
Con il dr. Sassi, dopo un’accurata indagine, sono state tratte le seguenti osservazioni: l’ipotesi del dott. Benedetti era valida sul piano storico e stilistico, la validazione sarebbe però intervenuta ufficialmente dopo una indagine scientifica tendente a confermare i due tipi di inchiostro, i diversi segni di penne e la diversa composizione.
Per tale validazione, su incarico del direttore degli Uffizi dr. Eike Schmidt, il disegno, è stato trasferito temporaneamente all’Opificio delle Pietre Dure per essere esaminato scientificamente con le metodologie più avanzate e tutti gli strumenti più attuali.
L’indagine ha rivelato già due differenti stesure evidenziando un’area e alcuni dettagli che sono stati aggiunti in un secondo tempo alla prima versione dell’opera.
“Al momento – precisa Cecilia Frosinini – è stato evidenziato l’utilizzo di due materiali diversi nei tratti del disegno. Un inchiostro ferrogallico nero e un materiale carbonioso liquido, forse applicato con un pennello molto sottile, in particolare per costruire la formazione rocciosa centrale. Siamo riusciti ad evidenziare alcuni particolari e leggerli attraverso immagini ad altissima risoluzione, in luce diffusa e in infrarosso, individuando le due diverse fasi. È probabile che Leonardo sia ritornato sul disegno in un secondo momento, magari proprio dopo i suoi studi sulla geologia e sulle rocce”.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt afferma “Dei differenti inchiostri già si sapeva, ma la grande novità in questo caso è l’identificazione di due fasi nettamente distinte in cui Leonardo lavora al disegno 8P. Questo offre nuove certezze agli studi storico-artistici e aiuta a farci comprendere questa opera misteriosa. Infatti molto spesso il paesaggio viene interpretato come un’immagine geografica precisa, quasi che esso sia una specie di ‘fotografia’ di questa o di quella valle, di queste o di quelle montagne. Oggi si è invece scoperto un processo di realizzazione del disegno in due momenti successivi: questo sposta la bilancia verso le interpretazioni che ne sottolineano l’aspetto immaginativo e il carattere di speculazione intellettuale da parte dell’artista”.
Così con la validazione scientifica delle supposizioni del Dr.Benedetti, si mettono d’accordo Umbria e Toscana tese entrambe a onorare il cinquecentenario dell’artista e apre una nuova pagina della storia dell’arte.