Un mese di eventi a Perugia: due mostre e uno spettacolo teatrale per omaggiare il pittore perugino
Affermatosi a New York negli anni ‘80 e ‘90 come originale voce dell’espressionismo astratto.
Dal 2 al 30 novembre presso la Galleria d’arte Imago, con vernissage venerdì 2 alle 18, la prima mostra; la seconda dal 17 al 25 novembre presso Palazzo della Penna con le opere più grandi e vernissage sabato 17 alle 17.30 con esibizione musicale e teatrale.
La sera del 2 novembre al cinema zenith (ore 21.30) in programma uno spettacolo teatrale sull’arte e la vita di Bicini scritto da Pierluigi Brunori per la regia di Samuele Chiovoloni.
Ad un uomo di caratura personale e artistica elevatissima, protagonista di un’esistenza tormentata da un destino che non volle mai riconoscergli il diritto alla felicità, la Galleria d’arte Imago, le Associazioni Argo, Moon in june, l’omonima ‘Stefano Bicini’ e la cooperativa Munus, con il patrocinio del Comune di Perugia, vogliono rendere omaggio per tutto il mese di novembre 2018. Un omaggio, che si spera coinvolga tutta la cittadinanza, per far conoscere l’arte pittorica di Stefano Bicini, scomparso il 28 ottobre 2003, che sarà celebrato con due mostre e uno spettacolo teatrale.
“Interno uomo 1957-2003”, questo il titolo dell’iniziativa, vuole essere un grande evento collettivo che rende onore ad un perugino che non ha mai abbandonato la sua vocazione, che neanche nei momenti più oscuri non ha mai rinunciato alla più nobile delle attività umane. Un linguaggio, quello di Stefano Bicini, che conduce ogni spettatore ad un silenzio fatto di contemplazione attiva, ispiratore di profonde domande, di riflessioni su un mondo interiore troppo spesso represso e trascurato, come solo la grande arte è in grado di fare.
Il 2 novembre la Galleria d’arte Imago apre la scena alle 18 con il suo vernissage: fino al 30 novembre si potrà apprezzare le opere dell’artista nel piccolo gioiello di galleria situato in Corso Cavour 19. Presentazione a cura di Francesca Fortunati.
Alle 21 dello stesso giorno seguirà presso il poco lontano Cinema Zenith di Perugia (Via Bonfigli 11) uno spettacolo teatrale scritto da Pierluigi Brunori con la regia di Samuele Chiovoloni, curato dalle Associazioni culturali Argo e ‘Stefano Bicini’. Bicini sarà interpretato da Francesco Bolo Rossini. Nel cast dello spettacolo, replica unica quindi il 2 novembre, anche Elisa Menchicchi, Mascia Esposito e Luca Tironzelli.
Il 17 novembre sarà la volta del Museo civico di Palazzo della Penna (Via Podiani 11), che alle 17.30 inaugurerà una seconda mostra dedicata ai capolavori di maggiori dimensioni del Maestro grazie alla collaborazione dell’assessorato alla cultura del Comune di Perugia e Munus – Arts & Culture. Accompagneranno il vernissage, con presentazione sempre a cura di Francesca Fortunati, performances musicali e teatrali a cura di Imago Galleria d’Arte, Moon in june e Associazione Culturale Argo.
Mostre – “Interno uomo 1957 2003 – Stefano Bicini”
Francesca Fortunati spiega così le mostre: “Stefano Bicini (1957-2003) dedica alla più nobile delle attività manuali dell’uomo tutta la sua vita, in termini di energie, di obiettivi, di significato. È proprio nella dimensione fisica del creare che la sua arte trova la propria linfa, una concretezza, un connotato artigianale che non solo non opprime mai i risultati, ma riesce quasi a non trasparire. Nella forza del gesto e del colore si immerge fin dagli esordi: vive le sue prime esperienze nella New York degli anni Ottanta, e sulla scia dei maestri del gestuale, dell’action painting trova il coraggio e il sostegno per nutrire la sua scintilla.
Al principio degli anni Novanta la Grande Mela gli tributa l’importante riconoscimento di due residenze artistiche, presso la Edward Albee e presso la Pollock Krasner Foundation, e questo incentiva la sua attività espositiva, assicurandogli un crescente successo.
Stefano si dedica incessantemente alla propria ricerca, perfeziona la poetica della giovinezza arrivando ad un linguaggio di convinta maturità, che smussa gli angoli dell’originaria tempra gestuale con un’esigenza di delicatezza, attraverso la passione per l’arte orientale e giapponese in particolare si avvicina a colori meno puri, atmosfere più diluite, sinuosità meno cosmiche e più quotidiane.
Avere il privilegio di fruire le opere del nostro artista ci conduce ad un silenzio fatto di contemplazione attiva, ispiratore di profonde domande, di riflessioni su un mondo interiore troppo spesso represso e trascurato, come solo la grande arte è in grado di fare”.
Spettacolo teatrale – “Interno uomo 1957-2003, arte e vita di Stefano Bicini”
Il regista Samuele Chiovoloni spiega così lo spettacolo: “Il progetto teatrale nasce intorno alla figura di Stefano Bicini, artista perugino affermatosi a New York negli anni ‘80 e ‘90 come originale voce dell’espressionismo astratto. Intorno ad una nuova mostra personale organizzata e curata dalla Galleria d’Arte Imago che coinvolgerà diversi spazi della città di Perugia (fra cui Palazzo della Penna dove Stefano già esibì una sua personale nel 1996), Associazione ‘Stefano Bicini’ e Associazione Culturale Argo hanno prodotto uno spettacolo sulla vita di Stefano, in occasione del 15/o anniversario della scomparsa (28 ottobre 2003).
Lo spettacolo, che dà il nome al progetto, nasce da un’idea e da un testo di Pier Luigi Brunori (scrittore, amico intimo di Stefano e co-fondatore dell’Associazione a suo nome) per la drammaturgia e la regia di Samuele Chiovoloni (autore e regista).
La suggestione alla base di ‘Interno Uomo 1957-2003’ è quella del racconto della profonda mutazione artistica e personale che interessò Stefano nell’ultima fase della sua breve vita.
Partito dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Perugia, Stefano Bicini ebbe modo di esprimersi nel vorticoso panorama dell’arte americana, conoscendo artisti di fama internazionale come Louise Nevelson, Jasper Johns, Joseph Kosuth e molti altri.
In 17 anni di permanenza americana Stefano continuò ad oscillare tra l’affermazione definitiva e la condizione di artista precario, producendo ininterrottamente opere di grande valore e ottenendo anche importanti riconoscimenti come il premio della Fondazione Albee nel 1990 e il premio della Fondazione Pollock-Krasner nel 1992.
Costretto a tornare in Italia nel 1997 nel pieno della sua carriera e del suo successo da un male fulminante, un ictus che rese inefficiente la parte destra del suo corpo, Bicini attraversò una degenza faticosa e scoraggiante.
Lo spettacolo ritrae la sua resurrezione d’artista, l’inizio della sua seconda fase (caratterizzata dall’uso della mano sinistra e una rettifica stilistica, dal dripping e dall’action painting a una pittura più intima e riflessiva) sino al suo sfortunato decesso, causato da complicazioni legate all’HIV, alla vigilia di una esposizione viennese che avrebbe significato un nuovo rilancio in termini di mercato ed opportunità”.
Ufficio Stampa
Danilo Nardoni