PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI
Mons. Soddu: “L’ Eucaristia è il punto di riferimento e la base per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, quindi della nostra città, della nostra società e del nostro territorio”.

PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI Mons. Soddu: “L’ Eucaristia è il punto di riferimento e la base per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, quindi della nostra città, della nostra società e del nostro territorio”.
Tantissimi fedeli hanno partecipato giovedì 19 giugno alla celebrazione diocesana della solennità del Corpus Domini, alla messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal vicario generale mons. Salvatore Ferdinandi e dai sacerdoti della diocesi, ed alla processione eucaristica con il Santissimo Sacramento per le vie del centro cittadino, dalla chiesa di San Francesco alla Cattedrale, in un lungo corteo di sacerdoti, confraternite delle varie zone della diocesi con i loro stendardi, i cavalieri e dame dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i cavalieri dell’Ordine Costantiniano, i ragazzi che hanno ricevuto l’Eucarestia per la prima volta in questo anno, i rappresentanti delle associazioni e movimenti e delle parrocchie, animata dal coro della diocesi diretto da don Sergio Rossini e dalla banda “T.Langeli” di Cesi.
La solennità del Corpus Domini è un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della celebrazione è l’Eucaristia, fonte e culmine della vita della chiesa, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà della diocesi, nella preghiera per la pace, la giustizia, la fratellanza, per i deboli, i poveri, per chiunque ha bisogno di amore e di consolazione, segno tangibile di una condivisione e partecipazione alla vita cittadina e ai suoi problemi.
«Il grande mistero del Corpus Domini è l’eucaristia, il corpo di Gesù, che ci viene data in cibo – ha detto il vescovo -. L’Eucaristia, così silenziosa, così rispettosa e discreta, contiene in sé la totalità dei progetti di Dio; è l’atto più grande di Dio onnipotente a favore della nostra umana fragilità. Il silenzio eloquente dell’Eucaristia penetra nella nostra società e nel mondo intero invaso dai rumori mortiferi delle armi e di ogni genere di violenza, sia a livello internazionale che a livello locale e familiare.
Entra tra le informazioni che vengono quotidianamente fornite e ne interpella la responsabilità. Scende come “pioggia benefica”, sanatrice e corroborante su ogni genere di aridità. Essa entra nei nostri cuori e nelle nostre menti affollate da molteplici miraggi per orientarle al bene; al fine cioè di forgiare e ricreare la coscienza buona, per avere la capacità di riconoscere il male ed evitarlo e quindi scegliere e accogliere il bene, preservarlo e coltivarlo. Mai come in questo momento storico dobbiamo ammettere l’esistenza di una commistione di queste diverse tendenze e tensioni, perciò mai come oggi abbiamo la necessità urgente di aprire tutto il nostro essere: mente e cuore, per accogliere il dono inestimabile e rigenerante dell’Eucaristia, avremo chiaro il cammino, il percorso unico, la sola via che conduce alla vita di tutti; che conduce alla salvezza dell’umanità, che conduce al bene che tutti si desidera e che forse non si riesce ad individuare e classificare come tale e quindi ricercare con la dovuta attenzione».
Il vescovo ha anche fatto riferimento alla pace, alla speranza nel cammino della comunità ecclesiale e della città: «L’ Eucaristia è il punto di riferimento e la base per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, quindi della nostra città, della nostra società e del nostro territorio. Senza di essa esistiamo e viviamo sì, ma privi di prospettiva certa e piena; con essa invece abbiamo la fonte della nostra speranza, il nutrimento che la alimenta e la gioia che caratterizza ogni nostra azione, ogni nostra situazione e ogni nostra condizione.
Solamente Gesù è il nutrimento sano della nostra esistenza totale, che neutralizza ogni alimento nocivo del quale il mondo è purtroppo strapieno ed imbandito sulle mense degli innumerevoli tavoli offerti a buon mercato da coloro che in tutti i modi speculano sulla vita, sia fisica e sociale che spirituale e morale delle persone, a danno dei più poveri e indifesi. In questo contesto l’espressione di Gesù “Fatte questo in memoria di me” annienta qualsiasi strumentalizzazione o manipolazione di sorta nell’utilizzo di Dio e del suo nome ed orienta, invece, ogni desiderio ed azione ancorandoli al dono d’amore di Cristo, al quale siamo chiamati ad essere conformati».
Il vescovo ha anche fatto riferimento alla pace, alla speranza nel cammino della comunità ecclesiale e della città: «L’ Eucaristia è il punto di riferimento e la base per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, quindi della nostra città, della nostra società e del nostro territorio. Senza di essa esistiamo e viviamo sì, ma privi di prospettiva certa e piena; con essa invece abbiamo la fonte della nostra speranza, il nutrimento che la alimenta e la gioia che caratterizza ogni nostra azione, ogni nostra situazione e ogni nostra condizione.
Solamente Gesù è il nutrimento sano della nostra esistenza totale, che neutralizza ogni alimento nocivo del quale il mondo è purtroppo strapieno ed imbandito sulle mense degli innumerevoli tavoli offerti a buon mercato da coloro che in tutti i modi speculano sulla vita, sia fisica e sociale che spirituale e morale delle persone, a danno dei più poveri e indifesi. In questo contesto l’espressione di Gesù “Fatte questo in memoria di me” annienta qualsiasi strumentalizzazione o manipolazione di sorta nell’utilizzo di Dio e del suo nome ed orienta, invece, ogni desiderio ed azione ancorandoli al dono d’amore di Cristo, al quale siamo chiamati ad essere conformati».
Il vescovo ha invitato i giovani presenti a costruire il presente in Gesù «Con lui, anche la fatica, le inevitabili crisi, i probabili fallimenti, avranno tutti un significato o un risvolto illuminato, comunque decodificabile. Senza Gesù, invece, anche il più clamoroso successo è destinato a perdersi nel vuoto più assoluto».
La lunga processione silenziosa, interrotta solo da preghiere e canti, si è snodata lungo le vie del centro di Terni da piazza Tacito, corso Tacito e piazza della Repubblica fino alla Cattedrale dove i giovani della parrocchia di San Salvatore e Duomo hanno realizzato con i fiori dei quadri con i simboli eucaristici sul sagrato della chiesa. In cattedrale c’è stata la preghiera del presidente di Azione Cattolica Rita Pileri: “Signore, aiutaci a capire che il tuo è un invito che affida a ciascuna e ciascuno una porzione concreta di responsabilità, aiutaci ad annunciare il tuo Vangelo che invita tutti al rispetto della dignità umana, alla giustizia e alla pace. Signore Gesù suscita in tutta l’umanità il bisogno di disinnescare l’ostilità e la sopraffazione. Siamo stanchi di ascoltare parole di odio e di astio, rendici capaci di dialogo pacato e rispettoso, rendi le nostre città luoghi accoglienti che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro”.
La celebrazione si è conclusa con l’adorazione eucaristica e la benedizione solenne con il Santissimo Sacramento