LAVORARE DA CASA? PER OLTRE TRE UMBRI SU QUATTRO (80%)

FA BENE ALLA SALUTE

LAVORARE DA CASA? PER OLTRE TRE UMBRI SU QUATTRO (80%)  FA BENE ALLA SALUTE

LAVORARE DA CASA? PER OLTRE TRE UMBRI SU QUATTRO (80%) FA BENE ALLA SALUTE

 

Indagine su luoghi di lavoro e salute secondo gli umbri 

In ufficio, i principali fattori di rischio sono stress (35%) e postura (30%) 

Per chi svolge attività più fisiche, contatto con sostanze nocive (37%) e

cadute e infortuni (30%)

 

Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l’80% degli abitanti dell’Umbria, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile – riduce lo stress (43%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (20%) e, perché no, permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (17%).

È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1, che ha indagato la percezione degli umbri sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.

L’attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di oltre un abitante dell’Umbria su tre (35%), è lo stress con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la postura (30%) e la sedentarietà (24%), mentre solo l’11% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.

In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un’attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (37%), seguito dall’eventualità di cadute e infortuni (30%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (15%).

Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un umbro su due (54%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre

Indagine su luoghi di lavoro e salute secondo gli umbri

 

In ufficio, i principali fattori di rischio sono stress (35%) e postura (30%)

a comportamenti impropri e pericolosi (33%) e dall’inadeguatezza dell’ambiente di lavoro (28%). Per un ulteriore 17%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore.

L’azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. Gli umbri hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (48%), una polizza sanitaria (31%), ma anche la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (26%) e incontri con uno psicologo del lavoro (11%).

In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (70%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (59%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (28%).

“Questa nuova ricerca del nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla terza edizione, – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – ha delineato un quadro preciso delle percezioni e delle preoccupazioni degli italiani sui fattori e i modi in cui l’attività lavorativa può condizionare la salute individuale.

Una risposta efficace a questi temi e a questi bisogni arriva dal welfare, in cui Reale Mutua ha una grande esperienza.

Da sempre mettiamo a disposizione sia dei singoli sia delle imprese per i loro dipendenti numerose soluzioni per la tutela della salute e del benessere, come prestazioni mediche, visite e check up clinici, anche a scopo preventivo, e un’ampia gamma di benefit per la cura del wellness e la soddisfazione dei lavoratori.”

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

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