IL FILO DELLA SPERANZA – STORIE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

 

IL FILO DELLA SPERANZA – STORIE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

IL FILO DELLA SPERANZA – STORIE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

SU AMAZON NELLE VERSIONI FORMATO KINDLE e COPERTINA FLESSIBILE 

Il libro “Il filo della speranza – storie al tempo del coronavirus”, del giornalista Massimo Boccucci e dell’avvocato Tiziana Zeppa (editore Infopress) raccoglie 39 racconti in 170 pagine tra vita vissuta ed eventi legati al periodo della clausura.

La pubblicazione, con la prefazione di Roberto Conticelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, è disponibile anche su Amazon nelle versioni formato Kindle e copertina flessibile.

 

Alla presentazione del libro “Il filo della speranza – Storie al tempo del coronavirus”, del giornalista Massimo Boccucci e l’avvocato Tiziana Zeppa, a giugno scorso presso la sala Consiliare di Palazzo Pretorio di Gubbio, oltre alla presenza del sindaco della città eugobina Filippo Mario Stirati , il comandante della Compagnia Carabinieri di Gubbio, capitano Fabio Del Sette, Roberto Conticelli, vicecaporedattore de La Nazione e presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria che ha curato la prefazione, Francesco Piccotti, in rappresentanza di LC3 Trasporti che ha sostenuto il progetto editoriale, Roberto Barbacci, amministratore unico di Infopress editore della pubblicazione, e Giacomo Marinelli Andreoli moderatore dell’appuntamento, hanno partecipato  tanti protagonisti delle 39 storie raccolte nei 18 capitoli e 170 pagine della pubblicazione.

«Nel periodo più difficile ci è sembrato – evidenziano gli autori – che lo scorrere dei giorni senza poter commentare ciò che accadeva intorno a noi, ci facesse perdere il sano gusto di chiacchierare in piazza o al bar, di chiosare e criticare ciò che stava accadendo senza che molti ne avessero la consapevolezza». 

 

Roberto Conticelli sottolinea nella prefazione come

«lo scorrere delle storie rimanda in sequenza volti di uomini e donne e, nel contempo, squarci di città.

E’ l’inequivocabile segnale del bello: quando le parole diventano pellicola, infatti, l’opera letteraria scorre d’un fiato e traccia il vero tanto profondamente da fissarlo a pronta presa nella coscienza del lettore».

 

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