I Care
Cura è il nuovo nome della pace

Domenica 10 ottobre 2021

Marcia PerugiAssisi
della pace e della fraternità

I Care Cura è il nuovo nome della pace  Domenica 10 ottobre 2021  Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità

I Care Cura è il nuovo nome della pace Domenica 10 ottobre 2021 Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità

A 60 anni dalla prima Marcia per la pace Perugia-Assisi
organizzata da Aldo Capitini (1961-2021)

 

Partenza ore 9.00 – Perugia, Giardini del Frontone
Conclusione ore 15.00 – Assisi, Rocca Maggiore

 

“Incoraggio tutti a diventare profeti e testimoni della cultura della cura per colmare tante disuguaglianze sociali” Papa Francesco, 1 gennaio 2021

“I Care deve diventare il motto dell’Europa” Ursula von der Leyen, 6 maggio 2021

 

La pandemia è ancora in pieno corso in tante parti del mondo; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri e vulnerabili; la crisi climatica sta peggiorando; malgrado questo – ed è scandaloso – non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari.

 

E’ tempo di ricominciare a lavorare per la pace!

 

“Ciascuno di noi, uomini e donne di questo tempo, è chiamato a realizzare la pace: ognuno di noi, non dobbiamo ignorare questa responsabilità. Noi siamo tutti chiamati a realizzare la pace e a realizzarla ogni giorno e in ogni ambiente di vita.” Papa Francesco, 1 gennaio 2021

I prossimi 10 anni saranno decisivi.

 

I prossimi 10 anni saranno decisivi per scongiurare nuove pandemie; per fermare il cambiamento climatico; per mettere fine alle guerre, realizzare il disarmo e impedire una nuova guerra mondiale, per uscire dalla crisi sociale ed economica; per ridurre le ingiustizie e le disuguaglianze; per promuovere l’uguaglianza e la parità tra donne e uomini; per effettuare la transizione ecologica; per democratizzare la rivoluzione digitale; per prevenire e affrontare nuove grandi migrazioni, per realizzare l’Agenda 2030, per risanare le tante ferite aperte,…

Per costruire la pace è necessario vincere queste sfide. Ma non basteranno gli appelli.

C’è bisogno di un nuovo, forte, diffuso impegno personale di tutte le donne e gli uomini che, dentro e fuori le istituzioni, vogliono aiutare le giovani generazioni a costruire una vita e un mondo migliore.

Dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura del prendersi cura capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono” (Papa Francesco).

Cura delle giovani generazioni, cura della scuola e dell’educazione, cura degli altri, cura del pianeta, cura del bene comune e dei beni comuni, cura dei lavori di cura, cura della comunità e della città, cura dei diritti umani, cura dei diritti delle donne, cura della democrazia, della Repubblica e delle istituzioni democratiche dal quartiere all’Onu… C’è bisogno di una cultura, di una politica e di un’economia della cura.

Questo è il tempo in cui tutti e tutte dobbiamo fare come don Lorenzo Milani e dire: I Care! Mi importa, mi sta a cuore.

Cura è il nuovo nome della pace

La pace non è solo assenza di guerra. La pace è vita. E la cura della vita è pace. Cura è dunque il nuovo nome della pace.

Aver cura vuol dire avere a cuore. Dobbiamo educare il cuore alla cura delle persone e delle cose. Senza confini. La cura è un “percorso di pace” e una “bussola”. Il “percorso” necessario per sanare le tante ferite aperte e la “bussola” che ci può guidare verso una vita e un futuro più umano.

Ogni atto di cura, per quanto piccolo, contribuisce alla costruzione della pace.

La cultura della cura è la cultura della nonviolenza attiva che si fa argine alla cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, dell’individualismo, dell’egoismo e della competizione selvaggia.

La violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme. Papa Francesco

La nonviolenza è per l’Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, società e realtà migliori”. Aldo Capitini

Sarà pace se ci prenderemo cura degli altri e del pianeta

In un mondo frantumato, dopo un lungo tempo di incuria e di sfruttamento dell’uomo, della donna e del pianeta, stiamo facendo i conti con un aumento spropositato del dolore del mondo che sta togliendo la pace a molta gente. C’è il dolore angosciante di tutte le persone che sono prigioniere del mostro della guerra, della miseria, delle malattie, delle migrazioni, della devastazione ambientale, della disoccupazione, dell’oppressione, delle persecuzioni… E c’è il dolore dell’anima, un dolore profondo che viene da un malessere diffuso: un senso comune di inquietudine, incertezza e smarrimento. Per alleviare tanto dolore e mettere fine a questa situazione insopportabile dobbiamo sviluppare la nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta. Solo una “società della cura” sarà una società di pace.

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