Elena Pigozzi 

“L’ultima ricamatrice”

 

 

Elena Pigozzi ci fa vivere cento anni di storia in un battito di ciglia, a volte vento leggero e luminoso, altre cupo e foriero di sventura. Tante vite si intrecciano in queste righe, tanti amori, ma soprattutto l’amore per la vita stessa e per un’arte millenaria che sono la vera eredità dell’ultima ricamatrice.

 

Casa Editrice: Piemme

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 176

Prezzo: 15,50 €

 

«È quando stringo l’ago, ci passo il filo, afferro la stoffa, che inizio il viaggio. Allora ricamo o tesso le storie che sento dentro e sono certa di imprigionarle nella seta e di ripetere i giorni, i mesi, gli anni. Ripetere finché li ho cuciti nella tela e il ricamo parla di me. Ripetere ciò che vedo attraverso la finestra, il bosco che è macchia di verde, la forma dei rami e dei tronchi, la luce che filtra tra le foglie».

 

“L’ultima ricamatrice” di Elena Pigozzi è un romanzo poetico ed evocativo con protagonista e voce narrante un’anziana donna, Eufrasia, che ama le parole e il cucito, e che tesse con ago e filo trame di storie iniziate da altre donne prima di lei – «Ecco, questo sono gli anni. Io li infilo uno per uno con ago e refe e li lego a punto croce nella figura con cui termino il ricamo, un gabbiano che sfiora il mare». In quest’opera sono dipinte intense figure femminili che si rincorrono nel tempo e che sono legate da un filo invisibile e spesso, quello della famiglia: Esther, Clelia, Miriam ed Eufrasia sono tutte ricamatrici e si tramandano questa nobile arte di generazione in generazione; nel ricamo hanno riversato il loro vissuto, e con le loro dita hanno plasmato destini. 

Elena Pigozzi presenta un romanzo che ci culla con le sue parole delicate e potenti al tempo stesso: è la storia di una donna giunta al tramonto della vita che consegna la sua arte a una più giovane, Filomela, entrata nella sua esistenza in punta di piedi, ma capace di creare con Eufrasia un legame forte quanto l’intreccio dei fili nella trama. Con una scrittura lirica, ricercata e preziosa come la seta, l’autrice narra una vicenda lunga cent’anni in cui si avvicendano gioie e dolori, incontri e addii, in una storia simbolica in cui con abilità si ricamano parole: «Perché le parole non vadano perdute. E siano annodate in un filo che è trama, un intreccio di vite che si tengano strette insieme per regalare il disegno del tutto».

“L’ultima ricamatrice” ci ricorda l’importanza di preservare le nostre storie e il bisogno dell’uomo di raccontarle per poi consegnarle ai posteri. Un grande omaggio all’arte della narrativa, dell’intessere trame come tessuti preziosi e affidare a chi viene dopo l’insegnamento più grande: la vita è più forte di ogni dolore. 

 

SINOSSI DELL’OPERA

Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c’è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l’arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant’anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall’artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno. Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l’ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l’esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo. 

 

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Elena Pigozzi è una scrittrice e giornalista. Laureata in Lettere e Filosofia e in Economia e Commercio, è dottore di ricerca in Linguistica applicata e Linguaggi della comunicazione, ed è diplomata alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica di Milano. Ha pubblicato nel 2020 per Piemme il romanzo “L’ultima ricamatrice” (Premio Pavoncella 2021 per la creatività femminile – sezione narrativa), nel 2009 per Marsilio “Uragano d’estate” (Premio Penne Opera Prima 2009), nel 1998 per Giunti il saggio “La letteratura al femminile” e diversi libri di umorismo, tra cui “Come difendersi dai Milanesi”, “Come difendersi dai Romani”, “Come difendersi dai Napoletani”. Come giornalista ha lavorato per il Gazzettino, il Corriere della Sera, ViviMilano, Duel, il Touring Club e altre riviste. Gestisce il sito Parole in libera uscita, uno spazio in cui i libri, le arti, le idee diventano scambio, incontro, ponte.

 

Contatti

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