CAVA CERRETO PANICALEA Panicale, in localita’ Cerreto Alto, l’attivita’ estrattiva della Cava della Fagiolari s.r.l. sta per essere ripresa

CAVA CERRETO PANICALE Una potenzialità’ di piu’ di 750.000 metri cubi, con passaggio quotidiano di automezzi pesanti in entrata/uscita, stimato, in condizioni ordinarie e presupponendo un arco temporale di un quinquennio in un range di 40-60 volte.

Gli impatti deleteri sull’ecosistema sono evidenti a chiunque.

La cava ricade in un territorio altamente vincolato ed eccezionalmente rimasto ad uno stato naturale, dove si praticano colture tipiche d.o.c., come lo zafferano, la fagiolina, i broccoletti del Lago Trasimeno; ivi si produce il Vino dei Colli del Trasimeno, l’olio extra vergine di oliva dei Colli del Trasimeno d.o.p.. Il paesaggio affastellato di boschi, brughiere e ruderi crea con il Lago Trasimeno un’ unita’ di colori e visioni uniche al mondo.

Tanto che ci troviamo nel sito ZSC (zona protezione speciale)

Della Rete Natura 2000, a tutela di flora e fauna rara d’ interesse europeo, denominata “Boschi e Brughiere di Panicarola”, ove insiste il vincolo paesaggistico, ulteriormente ampliato dalla Regione nel 2013, il vincolo delle aree boscate e idrogeologico.

CAVA CERRETO PANICALE La zona e’ anche di interesse archeologico

Si pensi che il Monte Solare (di evidente richiamo all’eta’ del paganesimo), sopra al sito di cava, e’ tutelato con vincolo archeologico “diretto”, per i plurimi reperti ivi rinvenuti e con vincolo archeologico “indiretto” a preservazione dell’ “Abitato Protostorico di Monte Solare”, gia’ interessato dagli scavi precedenti della cava. A poche centinaia di metri in linea d’aria insistono il Castello di Montalera e l’antico Borgo di Panicale. Nuovi scavi cancellerebbero tutto questo, inferendo un colpo mortale al territorio, alla sua biodiversita’ variegata, al turismo e all’agricoltura biologica praticate intensamente e in perfetta sintonia con la sua vocazione naturalistica.

I camion che verrebbero a passare in continuazione, durante il giorno, sulla strada vicinale di Casa Bruciata annienterebbero le colture biologiche di pregio, oltre all’equitazione, al ciclismo, alle passeggiate, che numerosi turisti e abitanti del posto sono soliti praticare in questo angolo di Umbria. Non possiamo permettere che i nostri territori vengano svenduti e distolti dalla loro naturale vocazione agricola-turistica dietro al pretesto di nuovi progetti di “riambientamento” cava, se di fatto cio’ si traduce in un’utorizzazione ad effettuare piu’ di 750.000 metri cubi di scavo, con tutte le conseguenze dannose che ne derivano, anche sui coni visivi dalla piana, dal Lago Trasimeno, dalle vicine citta’ di Cortona o Cetona, con sguardo rivolto verso il Monte Solare.  I dipinti del Perugino che, meglio di ogni altro, rappresentano e “interpretano” questo luogo, devono rimanere vivi agli occhi della nostra generazione e di quelle future.

Il WWF Perugia auspica che la ginestra, imperterrita, continui a crescere sulla cava per coprire integralmente le sue brutture e nefandezze, lasciate dagli scavi passati, e che prevalga sulle determinazioni scellerate politiche e istituzionali, che oggi ne prevedono la riapertura. In difetto, come gia’ avvenuto in precedenza,

il WWF e’ pronto ad agire giudizialmente, in tutte le sedi opportune. Abbiamo già inoltrato accesso atti alla Regione e al Comune. Avv. Valeria Passeri Vice Presidente WWF Perugia CLICCA QUI PER SEGUIRLA SU FB

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