Omaggio poetico a                                        San Valentino

In questo incontro “ poetico “ Promosso dalla Pro Loco Terni e dal ’ ISTESS, vogliamo ricordare il Nostro Santo Patrono Valentino.

Santo, nato e vissuto nella nostra città, venerato in tutto il mondo e famoso quale Vescovo Cristiano che ha difeso con tutte le forze la sua religione fino alla decapitazione.

Ma anche per i suoi atti di umanità e di pace.

Ha sostenuto (nell’età romana) l’amore tra una popolana e un centurione o con una rosa unito una coppia in disaccordo.

Non è soltanto un atto d’amore verso i giovani, ma è un atto d’amore verso l’umanità, verso i soprusi e le violenze.

La nascita di San Valentino avvenuta a Terni tra il 173 e il 176 d.c. è un evento storico.

Non vogliamo entrare in merito alla sua vita da giovane e come vescovo, dove la storia si confonde con la legenda.

Vogliamo evidenziare che l’amore può debellare Il male che invade il nostro pianeta.

Valentino fu un precursore per la difesa dell’amore, allora non accettabile tra caste diverse.

Tuttora esiste la paura del diverso, che lo rende tale, perché non lo conosciamo e ancor più grave non vogliamo conoscerlo, il timore ancestrale che las ua diversità sia come una grave malattia che possa colpire noi e chia miamo.

E’ vero è molto facile parlare di guerra, di violenza, solo quando riguarda gli altri, ma se dovesse colpire la nostra sfera affettiva, tutto cambia.

Noi, come cittadini, insieme alle istituzioni, alla politica, dobbiamo cercare valori comuni che possano avvicinarci ai popoli che ci circondano.

Ognuno di noi dovrebbe privarsi di una piccola parte del proprio benessere

per dare un aiuto a coloro che ne hanno più bisogno.

Non rifiutiamo a priori ciò che non conosciamo.

Forse soltanto ora, almeno i più giovani, riescono a capire il significato di una guerra e le sue conseguenze.

Ora che le sentiamo vicine forse riusciamo a capire le difficoltà, le paure della morte o della perdita delle persone care.

Forse solo ora scopriamo le sofferenze di coloro che da decenni subiscono violenze, distruzione e morte.

Chiediamoci se è anche nostra la colpa.

Se era possibile e se è possibile fare qualcosa di positivo.

Evitiamo che le nostre insoddisfazioni ci rendano cechi e sordi al grido di dolore di coloro che sono più sfortunati di noi

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