Le imprese ARTIGIANE in UMBRIA:

consistenza, caratteri e dinamiche al 31 dicembre 2018

 

Le imprese artigiane calano dell’1,7% nel 2018,

perdita più consistente di quella di molte regioni italiane

Trend negativo nell’ultimo decennio con una perdita di 4.078 imprese artigiane (16,58%), –  2.297 nel settore costruzioni, – 1.000 nel manifatturiero e -481 nei Trasporti e magazzinaggio

Con il 18,6 % l’ Umbria è la seconda regione per entità di addetti nelle imprese artigiane e con maggiore incidenza di società di capitale e di persone

Il 19% è guidato da donne e il 14,1% da stranieri

Bassa incidenza di imprese artigiane giovanili (8%)

Le perdite nell’artigianato artistico sono più contenute rispetto ai valori nazionali

 

In Umbria, alla data del 31 dicembre 2018, le imprese artigiane registrate sono 20.659 e rappresentano il 21,9% del totale delle imprese operanti in regione. Rispetto alla fine del 2017 calano dell’1,7%, calo che accumuna tutte le regioni italiane (la variazione nazionale è del -1,3%) ma che è tra le più consistenti insieme a Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Basilicata, quest’ultima con la perdita più alta di -1,9%.

 

Negli ultimi 10 anni il confronto tra le imprese artigiane in Umbria umbre Italia e Italia centrale evidenzia come le perdite maggiori si siano avute a livello regionale passando da un -1,3% del 2009 ad un -2,7% del 2013 e ad -2,4% del 2017, laddove sia Italia che Italia centrale non sono mai scese oltre il -1,9%.  Le imprese artigiane in Umbria passano dalle 24.737 del 31 dicembre 2008 alle 20.659 di fine anno 2018, perdendo 4.078 imprese, il 16,5% in dieci anni (le percentuali di Italia centrale e Italia sono sempre negative ma rispettivamente di -11,6% e -12,5%); solo due regioni hanno variazioni più consistenti ed esattamente la Sardegna che in dieci anni perde il 18,8% e l’Abruzzo in cui le artigiane calano del 17,2%. Il totale imprese, negli anni, è comunque diminuito, ma con percentuali molto più contenute: dal 2008 ad oggi le imprese umbre calano di 822 unità e un -0,9%

 

Un calo, dalla fine del 2017, di 358 imprese artigiane, con le perdite più consistenti nelle costruzioni, 193 imprese in meno e un -2,4%, e nel manifatturiero con 117 imprese in meno e un -2,2%; molto più contenute le perdite negli altri settori. Per contro positivi i settori di agricoltura (+1,2%  e 4 imprese in più), attività di noleggio (+1,4% e 9 imprese in più), attività artistiche (+2,3% e 2 imprese in più) e altre attività di servizio (+0,5% e 16 imprese aggiunte).

 

Per quanto attiene alla ragione sociale il 72% delle imprese artigiane umbre è impresa individuale (contro il 77,5% a livello nazionale), il 20,2% sceglie la forma delle società di persone, che in Italia non arriva al 16% (15,9%), con un 7,2% di società di capitale, anch’esso superiore al 6,3% del valore nazionale.

 

L’Umbria con il 18,6% è la seconda regione per entità di addetti artigiani sul totale a pari merito con la Liguria, mentre con percentuali di poco più alte c’è solo la Toscana con il 18,8%; valori quelli appena citati ben più consistenti del 14% della media nazionale e del 12,7% dell’Italia centrale, con la regione Lazio che segna la percentuale più bassa di addetti artigiani sul totale (6,9%).

 

Sono 52.605 gli addetti delle imprese artigiane. Anche come ripartizione per classi di addetti si evidenzia come le imprese artigiane in Umbria siano mediamente di maggiori dimensioni rispetto al contesto nazionale e centrale. Infatti le percentuali sono più alte per quanto attiene alle classi 2-5 addetti, 6-9 addetti, 10-19 e 20-49. La classe con “0” addetti invece vede la percentuale umbra ferma all’1,67% mentre quella dell’Italia arriva al 2,35% e quella dell’Italia Centrale al 2,49%.

 

Il 19% delle imprese artigiane in Umbria è guidato da donne.

Una percentuale rilevante considerando che in Italia si fermano al 16,7%, comunque inferiore a quella che si verifica per il totale imprese dove le femminili umbre sono il 24,9%, uno dei valori più alti a livello nazionale (superato solo da Molise, Basilicata e Abruzzo). Rispetto alla fine del 2017 perdono 23 imprese un -0,6% che si avvicina alla variazione negativa dell’Italia centrale con -0,4% ma in controtendenza con quello che accade a livello nazionale che segna un +0,1%.

 

Le imprese giovanili tra le artigiane totalizzano un 8%, una delle percentuali più basse delle regioni italiane seconda solo alla Sardegna in cui le imprese giovanili artigiane rappresentano il 7,9% (valore di pochissimo inferiore a quello umbro).

Sono 1.656 le imprese artigiane guidate da giovani per la maggior parte concentrate nelle costruzioni (606 imprese di il 39,1% sono straniere), nelle altre attività di servizio (354) e nelle attività manifatturiere (328).

Rispetto ai dati del 31 dicembre 2017 in Umbria si perdono 169 imprese giovanili artigiane, un -9,3%,  che percentualmente rappresenta la perdita più alta a livello di regioni italiane, laddove l’Italia perde il 5,8%, l’Italia centrale il 6,4% e le regioni con la variazione percentuale più bassa sono Valle d’Aosta con il -3,1% e il Trentino con -1,2%.

 

Le imprese straniere rappresentano in Umbria il 14,1% del totale imprese artigiane registrate, percentuale leggermente inferiore a quella nazionale che è del 14,4% ma inferiore di più di 3 punti percentuale rispetto alla media dell’Italia centrale che è del 17,6%.

Sono 2.906 le imprese straniere artigiane che si concentrano principalmente nelle costruzioni, con 1.775 unità,  nelle imprese manifatturiere (465) e nelle altre attività di servizio (211). Rispetto alla fine del 2017 le straniere artigiane hanno una contrazione di 12 imprese, un -0,4% che è la variazione negativa meno importante registrata fino ad ora se si pensa al totale artigiane, e alle femminili e giovanili analizzate poco prima.

 

Per quanto riguarda l’artigianato artistico (i settori indagati che secondo Unioncamere Umbria risultano, all’interno dell’artigianato, quelli più vocati alla creatività e al contenuto artistico sono individuati in 21 codici e ripartiti in 7 macro aree tessitura, legno, carta. ceramica, metalli, produzione orologi, metalli preziosi) le imprese che ne fanno parte risultano essere 729 (di queste l’84,8% localizzate nella provincia di Perugia, con 618 imprese, e il restante 15,2% in quella di Terni) e rappresentano il 3,5% del totale imprese artigiane umbre e l’1,9% dell’artigianato artistico italiano. Una percentuale alta, quella del 3,5% sul totale nazionale, che vede l’Umbria essere superata solo da 4 regioni: Sardegna (3,7%), Campania (3,8%), Toscana (4,2%) e Sicilia (4,4%) .

In Umbria il comparto più consistente con 243 imprese è quello della ceramica (comprensiva di vetro, marmo, pietra e affini) che rappresenta il 33,3% di tutto l’artigianato artistico; segue per numerosità il settore dei metalli comuni (186 imprese e il 25,5%) e quello dei metalli pregiati (comprensivo delle pietre preziose, pietre dure lavorazioni e affini) con 118 imprese (16,2%).

L’andamento dell’artigianato artistico negli ultimi anni ha registrato in Umbria, pur se negative, delle  performance migliori dei due territori di riferimento, Italia e Italia centrale.

Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno l’Umbria vede tutti i settori con variazioni negative: fanno eccezione il legno (con l’11,5% in più rispetto alla fabbricazione di mobili per arredo domestico), la fabbricazione di articoli di carta e cartone con un +1,9% e la fabbricazione di strumenti musicali.

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