Fioritura di Castelluccio, servono soluzioni definitive e sostenibili e non interventi spot
Legambiente: chiediamo da anni un regolamento degli accessi per lo stazionamento degli automezzi, più mobilità collettiva e sostenibile, maggiori controlli
“Un evento come quello della fioritura e un paesaggio di così straordinaria bellezza come quello del Pian Grande, del Vettore e dei Monti Sibillini giustamente attirano turisti da tutt’Italia, ma senza una regolamentazione chiara degli accessi diventa insostenibile la pressione turistica che tra giugno e luglio si riversa sugli altipiani di Castelluccio per godere della fioritura. Anche quest’anno si è arrivati colpevolmente all’emergenza senza che il Comune di Norcia, la Comunanza Agraria di Castelluccio e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini abbiano trovato il modo di gestire e contingentare gli accessi, prevedendo anche servizi di bus navetta, così da ridurre la pressione di migliaia di autoveicoli, all’interno di un quadro di regole certe e condivise in grado di accompagnare lo sviluppo del territorio per rinascere dalle macerie del terremoto, degno di un paesaggio così straordinario, connubio profondo e ancestrale tra uomo e natura.”
Così commentano – Maurizio Zara presidente di Legambiente Umbria e Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – quanto accaduto a Castelluccio di Norcia nello scorso fine settimana , con un carosello di macchine parcheggiate le aree di sosta individuate sui prati, lungo la strada o viste circolare senza controllo, lungo le strade sterrate.
“I prossimi fine settimana di luglio ci attende sicuramente una situazione ben peggiore – commentano i due esponenti di Legambiente – per questa ragione ci appelliamo alle istituzioni che hanno abbandonato qualsiasi idea di programmare per tempo il flusso turistico, che per fortuna continua a prediligere questo territorio, che va però accompagnato a scelte di mobilità sostenibile per garantire la conservazione di in uno degli altipiani più vasti dell’Italia centrale e al tempo stesso una delle zone più singolari e di qualità paesistica dell’Appennino dell’Italia Centrale. E senza pensare a proposte costose e inutili come gli impianti a cremagliera, una soluzione semplice e di poco impatto ci sarebbe ed è un Regolamento degli accessi e per lo stazionamento automezzi proposto già nel 2018 dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini e mai applicato, che garantirebbe l’interesse degli abitanti e delle attività economiche e la salvaguardia dei luoghi evitando il parcheggio sui prati e la sicurezza delle persone”.
La proposta del Parco del 2018 – evidentemente dimenticato in qualche cassetto – prevede un piano modulare con aree di sosta con chiusura fino ad esaurimento dei posti, cominciando da quelle più prossime al Centro abitato, come l’anello stradale intorno a Castelluccio, altre successive aree di sosta per auto e per pullman a Forca di Presta, Forca di Gualdo e Scentelle, fino a quelle previste al Bivio Norcia-Arquata e dal Bivio da Arquata-Montegallo da attivare dopo il completamento delle prime. Un piano che richiede ovviamente l’organizzazione di un servizio di navette tra Norcia e Scentinelle e tra Arquata e Forca di Presta, l’utilizzo di sistemi semaforici e il presidio di personale autorizzato a regolare gli accessi e controllare che tutto avvenga secondo le regole. Determinante per il buon funzionamento del regolamento anche un’adeguata e capillare informazione, attraverso la stampa e gli altri media tra cui anche i social network, ma anche adeguata segnaletica lungo le strade di avvicinamento. Insomma uno strumento che viene applicato normalmente in qualsiasi area protetta, e al quale tranquillamente si adeguano i turisti che vogliono fruire di patrimoni naturali unici.
“Certamente questo afflusso turistico – continuano Maurizio Zara e Antonio Nicoletti – è una boccata d’ossigeno per il territorio dopo la crisi causata dal terremoto e il lockdown, ma non si può sostenere un modello di turismo che non fa i conti con le fragilità di un contesto ambientale che ha bisogno di attenzione e di una programmazione per consolidare la sua rinascita nell’ottica della sostenibilità ambientale in cui deve emergere in maniera autorevole il ruolo del Parco per le soluzioni più adeguate e innovative per mitigare e ridurre le pressioni sugli ecosistemi che propone e non quelle che subisce. Per questa ragione – concludono – la problematica della fruizione compatibile del bacino di Castelluccio deve essere affrontata e risolta in un confronto fra Ministero dell’Ambiente, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Regione Umbria, Comune di Norcia, comunità locali e associazioni ambientaliste.”